Nell’attesa che l’assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Cavaliere, convochi come annunciato un tavolo di filiera lattiero-casearia, Coldiretti Molise fa appello alla GDO affinché prediliga sugli scaffali mozzarelle, burrate e formaggi molisani. Una scelta, spiega l’Organizzazione, che mira ad un’alleanza di tutta la filiera, indispensabile per salvare la ‘Fattoria Molise’ dal rischio chiusura.
Il tavolo di filiera che dovrà tenersi in Regione, coinvolgerà tutti gli attori, dagli allevatori ai trasformatori, dai commercianti alla Grande Distribuzione Organizzata. Sarà un confronto per sostenere le produzioni regionali e offrire tutte le forme di supporto possibili a garantire la vendita dei prodotti lattiero-caseari locali e il giusto compenso agli allevatori: principio, pienamente condiviso dall’assessore Cavaliere, secondo il quale il prezzo del latte alla stalla non possa in alcun caso andare al di sotto dei costi di produzione.
“Chiediamo a supermercati, ipermercati e discount di aderire con atti concreti al patto etico di filiera, privilegiando negli approvvigionamenti sugli scaffali le produzioni lattiero casearie fatte con il latte molisano. Non c’è tempo da perdere – afferma Giuseppe Spinelli, Delegato Confederale di Coldiretti Molise – perché la situazione è critica”. Spinelli richiama inoltre al senso di responsabilità di tutti gli anelli della filiera “per assicurare al più presto un prezzo giusto agli allevatori che non possono aspettare oltre, con le imprese di allevamento da latte ormai allo stremo a causa di compensi ormai da troppo tempo al di sotto dei costi di produzione”.
“In circa 10 anni, dal 2010 ad oggi, hanno già chiuso in Molise oltre 700 allevamenti bovini”, questo il grido d‘allarme lanciato da Coldiretti Molise, che evidenzia come gli allevatori sono ormai costretti inesorabilmente a chiudere i battenti e a vendere gli animali.
“Il prezzo del latte alla stalla in Molise deve necessariamente essere al di sopra dei costi di produzione, quando nella forbice tra produzione e consumo ci sono margini da recuperare per garantire un prezzo giusto e onesto che tenga conto dei costi degli allevatori e la necessaria qualità da assicurare ai consumatori”, ribadisce il direttore regionale Aniello Ascolese.
Dai campi alle stalle si impennano i costi di produzione per effetto dei rincari che hanno fatto quasi raddoppiare la spesa per le semine, con l’emergenza Covid che ha innescato un cortocircuito sul fronte delle materie prime con aumenti insostenibili – insiste Coldiretti Molise – per l’alimentazione degli animali nelle stalle dove è, pertanto, necessario adeguare i compensi riconosciuti agli allevatori per il latte e la carne. Infatti, le quotazioni dei principali elementi della dieta degli animali, dal mais alla soia, sono schizzati su massimi che non si vedevano da anni con il rischio di perdere capacità produttiva.
Con l’avvio delle operazioni colturali autunnali gli agricoltori sono costretti ad affrontare rincari fino al 50% – aggiunge Coldiretti Molise – per il gasolio necessario per le operazioni colturali che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Ad aumentare sono pure i costi per l’acquisto dei prodotti fitosanitari, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne.
Occorre intervenire urgentemente per salvare quella che vogliamo chiamare la “Fattoria Molise”, dove sono riuscite a sopravvivere con grande difficoltà – incalza Coldiretti Molise – poco più di un migliaio di stalle per la produzione di latte, e circa 800 allevamenti da carne, decisivo presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali.
La drastica diminuzione degli allevamenti è stata causata principalmente del prezzo del latte, spesso non remunerativo, dovuto non solo alla crisi, ma anche e soprattutto alle evidenti anomalie di mercato con i prezzi alla stalla che subiscono inaccettabili ‘fluttuazioni’ e agli alti costi di gestione degli allevamenti.
Quando una stalla chiude – conclude Coldiretti Molise – si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere molto spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado del territorio.