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  • Marcozzi denuncia: «Nessun gestore del servizio idrico ha in organico un ingegnere idraulico»

    «Nessuna delle sei società di gestione idrica – GSA, ACA, SACA, RUZZO, SASI e CAM – ha un ingegnere idraulico; la società CAM si trova potenzialmente a rischio per il proprio futuro; Ruzzo Reti non poteva annunciare né garantire il taglio delle bollette del 10 per cento comunicato pochi giorni fa; per avere tutti i dati contabili da ogni società di gestione, Ersi ha dovuto attendere fino a sei mesi. Questi sono, in estrema sintesi, i principali problemi emersi nella prima seduta della Commissione d’inchiesta sull’emergenza idrica in Abruzzo. Un quadro desolante, che certifica l’urgenza di un presidio fisso, in Abruzzo, che si occupi del ciclo dell’acqua. La sola nota positiva riguarda i finanziamenti per la rete idrica che potrebbero garantire una diminuzione drastica delle perdite, con ristrutturazione e digitalizzazione. Tutte questioni su cui torneremo a fare chiarezza da qui ai prossimi sei mesi, il tempo di durata della Commissione».

    Ad affermarlo è il Presidente della Commissione d’inchiesta sull’emergenza idrica in Abruzzo Sara Marcozzi, che al termine della seduta fa il punto sui tanti temi trattati nel corso dell’audizione del Presidente dell’Ersi Nunzio Merolli.

    «Sembra incredibile – commenta Marcozzi – ma abbiamo scoperto oggi che nessuna delle sei società di gestione del servizio idrico in Abruzzo ha nel proprio organico un ingegnere idraulico. L’Ersi ne ha uno solo, peraltro, prossimo al pensionamento. Una cosa veramente grave, soprattutto pensando al considerevole numero di dipendenti che queste hanno e, sicuramente, sarà premura della Commissione andare a fondo sulla pianta organica delle società di gestione in Abruzzo».

    «Tra le maggiori preoccupazioni che hanno comprensibilmente i cittadini, specialmente alla luce dell’enorme aumento dei costi delle bollette, c’è il sistema tariffario. E dobbiamo riportare quanto accaduto con la società Ruzzo Reti che, poco più di una settimana fa, ha annunciato un abbassamento delle tariffe del 10 per cento. Ebbene abbiamo scoperto che questa comunicazione sarebbe impropria e priva di qualsiasi certezza. Il motivo è che né Arera né Ersi, che si occupano di stabilirla, hanno fatto le necessarie comunicazioni all’ente. Significa che la Ruzzo Reti, da quanto è emerso, non aveva alcun titolo per dare questa informazione alla cittadinanza in autonomia perché la valutazione finale non risulta essere in capo al gestore».

    «In attesa di approfondire lo stato di ognuna delle società di gestione nel dettaglio, dalla Commissione è emersa la grave situazione economica in cui verserebbe il Cam – prosegue Marcozzi –. Già in amministrazione controllata e su cui grava un impegno di 6 milioni di euro l’anno con cui viene onorato il concordato preventivo, il Cam, a causa dell’aumento dei costi dell’energia elettrica, potrebbe essere sull’orlo del fallimento. Infatti, a fronte di 22 milioni di euro di entrate, sarebbero già stati spesi 16 milioni di euro in bollette elettriche».  

    «Devo anche registrare un grave fatto riportato dal Presidente Merolli. Ci sarebbero stati casi in cui l’Ersi avrebbe atteso fino a sei mesi per avere tutti i dati contabili dalle società di gestione per svolgere a dovere il proprio compito di controllo. È un tempo evidentemente lungo e inaccettabile, che rallenta tutto il lavoro necessario a tutela dell’acqua pubblica».

    «Voglio infine ringraziare tutti i colleghi Commissari e gli auditi per aver colto il senso con cui ho chiesto l’istituzione della Commissione d’inchiesta. L’obiettivo è quello di abbassare le tariffe, limitare al massimo i disservizi e, soprattutto, fare in modo che l’acqua in Regione Abruzzo rimanga pubblica. Solo con questo spirito collaborativo si possono affrontare criticità così gravi e che riguardano tutti. Senza distinzioni», conclude Marcozzi.

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