Ospedali minori smantellati, amputati progressivamente di servizi. Rispetto a questa tendenza comune ad un po’ tutte le aziende sanitarie c’è chi si limita a fare spallucce e chi invece prende carta e penna e presenta non solo un ricorso al Tar contro i tagli inopinati ai servizi sanitari territoriali, ma addirittura una denuncia querela contro il direttore generale della stessa Asl. E non bisogna andare nel “profondo” Nord dell’Italia, dove tra l’altro i servizi sanitari di prossimità sono garantiti, ma basta allontanarsi di qualche chilometro da Agnone e dall’Alto Molise per imbattersi in un sindaco con gli attributi che non ci sta a vedere progressivamente smantellato l’ospedale cittadino.
La Asl di Vasto, nelle scorse settimane, ha tentato di «riorganizzare» l’attività sanitaria del presidio territoriale di assistenza di Gissi, sottraendo medici al punto di primo intervento, dimezzando il servizio da un H24 ad un H12, solo nelle ore diurne. La motivazione dell’azienda sanitaria era che i medici servivano per coprire un innovativo servizio di auto mediche, in via sperimentale. Una sperimentazione a danno dei cittadini dell’Alto Vastese che non è passata inosservata al sindaco Agostino Chieffo, primo cittadino di Gissi appunto, che ha impugnato il provvedimento della direzione generale presentando ricorso al Tar. E il Tribunale amministrativo regionale ha accolto il ricorso e concesso la sospensiva, fissando la trattazione nel merito al prossimo settembre. La Asl, tuttavia, ha deliberatamente ignorato la decisione del Tar ed è andata avanti con la presunta riorganizzazione del servizio. Un braccio di ferro con il sindaco Chieffo che ha visto quest’ultimo recarsi in caserma dai Carabinieri per formalizzare una denuncia querela contro i vertici dell’azienda sanitaria.
«Il decreto cautelare del Tar è stato immediatamente notificato alla Asl, – spiega alla nostra redazione il sindaco Chieffo – con diffida a ripristinare il servizio. Ciò nonostante il Punto di primo intervento è rimasto e rimane incredibilmente chiuso dalle ore 20 alle 8 del mattino successivo, così come risulta dalle relazioni della Polizia locale del Comune di Gissi. Addirittura, all’atto del sopralluogo della Polizia locale anche la postazione del 118 nel turno notturno era sprovvisto di medico a bordo».
A fronte di queste considerazioni, accertate dalla Municipale mediante apposita relazione, il primo cittadino ha sporto formale denuncia querela chiedendo al Procuratore della Repubblica competente di «valutare se dai fatti sopra descritti si ravvisino le ipotesi di reato di abuso d’ufficio, omissione d’atti d’ufficio e mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice, ovvero altre, e in tal caso chiede che agli autori, previa loro certa individuazione in base alle competenze e responsabilità, vengano perseguiti e puniti a norma di legge».
Per la serie giù le mani dal presidio territoriale di assistenza di Gissi e del suo punto di primo intervento, ma non a chiacchiere, bensì a colpi di carte bollate. In Alto Molise e ad Agnone in particolare, la situazione che si registra è del tutto analoga, se non addirittura peggiore, visto che il “Caracciolo” si configura come ospedale di area disagiata, dunque con un “rango” superiore all’omologa struttura di Gissi. Presso l’ospedale di Agnone c’è, ad esempio, da undici anni, un solo medico che deve tentare di gestire al meglio il centro dialisi; non c’è un cardiologo H24; non è mai arrivata la promessa Tac e tutte le altre apparecchiature diagnostiche annunciate; manca un anestesista rianimatore e anche il 118 viene di tanto in tanto scippato di medici per coprire altre ambulanze ritenute strategicamente e operativamente più importanti.
Ora mancano addirittura i pediatri di libera scelta e dall’Asrem non arriva nessun segnale incoraggiante. Di fronte a questa situazione drammatica, che si acuisce in occasione dell’estate quando il personale del “Caracciolo” va in ferie, giustamente, e la popolazione dell’Alto Molise aumenta esponenzialmente, l’amministrazione comunale si limita a fare spallucce. Qualche comparsata sulla stampa da parte del sindaco Saia e del suo assessore alla sanità, ma in concreto nulla. Lo smantellamento del “Caracciolo” continua inesorabile, senza nessun amministratore locale trascini in tribunale i responsabili di questo attentato alla salute dei cittadini.
Francesco Bottone