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  • Ospedale, Sciullo chiama alle armi: «Presidio permanente e blocco della Trignina, ma serve una partecipazione di massa»

    AGNONE – «Ad Agnone abbiamo una strana sindrome. Finora nessuno aveva idea di come affrontare una crisi che di fatto ci ha lasciato senza servizi sanitari. Ora che con il sindaco Lorenzo Marcovecchio si concorda un minimo di strategia per attirare l’attenzione sui nostri problemi, tutti sono pronti a mobilitarsi, tutti fanno proposte, tutti aprono a polemiche strumentali che dividono e fanno perdere tempo prezioso per affrontare la lotta uniti». 

    Enrica Sciullo, portavoce del risuscitato comitato “Il Cittadino c’è”, interviene sulle vicende sanitarie di questi giorni e sulle conseguenti polemiche che ne sono derivate. Si è parlato di un fantomatico blocco della Trignina, per protesta contro i tagli all’ospedale cittadino; si vocifera di possibili dimissioni del sindaco e ora anche i tassisti originari dell’Alto Molise e Vastese hanno manifestato la propria volontà di “marciare” su Agnone, su Campobasso o su Roma, per bloccare il traffico con i taxi, ma anche con l’aiuto dei mezzi pesanti messi a disposizione dagli allevatori e dagli agricoltori di zona. E ancora don Francesco Martino che ha proposto di invadere e occupare la sede dell’Asrem e altri pensatori agnonesi che hanno detto chiaramente che in Molise è inutile perdere tempo a lottare e che l’unica strada possibile è il ritorno in Abruzzo. In tutto questo marasma di dichiarazioni interviene la portavoce di quello che è stato il più agguerrito comitato in difesa del “Caracciolo”.
    «Tanto per essere chiari, come comitato civico siamo per una manifestazione che richiami l’attenzione sull’Alto Molise. – spiega l’infermiera – Un presidio permanente o il blocco della Trignina unica arteria stradale di collegamento del nostro territorio, crediamo dia più visibilità e crei più attenzione anche a livello nazionale di altre proposte. Ci auguriamo che dopo questa iniziale fase di disorientamento, si riesca tutti uniti a trovare una linea comune. Non è questo il momento di disperdere le forze. Finora con la mediazione a casa si è portato poco a fronte di ciò che abbiamo perso e continueremo a perdere se non ci mobilitiamo tutti, forze politiche, sociali, comitati, associazioni e singoli cittadini. I servizi sanitari, come un ospedale di area particolarmente disagiata, servono a tutti i cittadini del territorio circostante e per questo tutti devono mobilitarsi. È ora di dimostrare quanto teniamo alla nostra terra. Signori o ci facciamo sentire ora, o tacciamo per sempre».

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