Non si è fatta attendere la replica dei consiglieri regionali Andrea Greco e Massimo Romano al presidente della Provincia di Isernia e sindaco di Agnone, Daniele Saia.
«Saia dovrebbe innanzitutto chiarire ai cittadini se è diventato il coordinatore di Forza Italia in provincia di Isernia – esordisce Greco – visto che pare contendersi il ruolo con Manolo Sacco, suo alleato in Consiglio provinciale, a cui si rivolge ogni volta che ha bisogno di voti».

Sul Piano sociale regionale, Greco ribadisce quanto già espresso in Aula: «Se davvero crede che il provvedimento sia così lesivo, lo impugni davanti al TAR. Il vero problema è che Saia, come altri, dimostra di non conoscere la documentazione: non è previsto alcun taglio ai servizi. Anzi, è previsto un potenziamento, in particolare in Alto Molise. Far passare l’idea contraria è un insulto a chi vive quotidianamente situazioni di fragilità».
Sulle colonne di Primo Piano Molise, Greco sottolinea come l’unica variazione effettiva sia la riduzione del potere gestionale da parte dei Comuni: «Se la gestione è sana, è un bene. Ma laddove diventa opaca o clientelare, è giusto intervenire. Personalmente, se fossi al posto di Saia, mi preoccuperei di garantire il diritto a una casa popolare, l’accesso al Fondo per la non autosufficienza, l’assistenza sociale erogata da professionisti con contratti dignitosi, non schiavizzati».

Poi l’affondo: «Quando vuole, sono disponibile a un confronto pubblico per spiegare ai cittadini ciò che lui non ha fatto, e che avrebbe dovuto fare. Si continua a parlare senza proporre alcuna soluzione, nemmeno rispetto al dato – gravissimo – che vede l’Ambito di Agnone con il più alto tasso di invecchiamento del Molise, forse tra i più alti in Italia. In ogni caso – conclude – il mio voto in Aula non risponde né a Saia, né al Partito Democratico, né a quella sinistra che ha trasformato le cooperative in un sistema di potere. Io rispondo soltanto alla mia coscienza. Non alla consigliera Passarelli, né all’eurodeputato Patriciello».
Sulla vicenda interviene anche il consigliere Massimo Romano: «Su temi come le politiche sociali e sanitarie non si vota per partito preso, soprattutto quando chi oggi strepita all’opposizione, in passato al governo ha fatto anche peggio. La riforma del Piano sociale presenta diverse criticità, che andranno corrette in fase attuativa, ma non tocca la qualità, la quantità né la prossimità dei servizi socio-sanitari. Anzi, quando arriveranno segnalazioni o proposte dai territori, sarò il primo a portarle in Aula e farle mie. Ma va detto con chiarezza: prima, durante e dopo l’approvazione, non è arrivata alcuna proposta concreta, solo resistenze a qualsiasi cambiamento dello status quo».
Romano conclude con un passaggio netto: «Non è un male, anzi, se viene ridimensionato il potere – o lo strapotere – di alcuni ras locali. È l’unico modo per evitare che qualcuno continui a fare politica sulle spalle dei bisogni della gente».