«Pur comprendendo le preoccupazioni espresse, si rappresenta che la struttura di accoglienza è costantemente monitorata, essendo stata peraltro disposta l’intensificazione della vigilanza da parte delle Forze dell’ordine. Per quanto concerne i requisiti dell’edificio medesimo, i relativi accertamenti sono affidati alla competente Asl».
E’ la risposta data dalla Prefettura di Chieti alla richiesta di chiarimenti inoltrata da una cittadina di Schiavi di Abruzzo. In sostanza la Prefettura dice: i profughi restano lì sul Monte Pizzuto perché così abbiamo deciso, le Forze dell’ordine effettueranno i controlli e le eventuali carenze della struttura ospitante sono di competenza Asl. Una sorta di lavata di mani, insomma. Quella che segue, invece, la richiesta di chiarimenti inviata da una donna di Schiavi.
«Gentilissima Dottoressa, Le scrivo per manifestare il disappunto e la disapprovazione del popolo schiavese a proposito del trasferimento di 19 migranti dal centro accoglienza di Gissi a Schiavi di Abruzzo. Il nostro paese è stato tutelato da tutti noi emigrati, soprattutto a Roma ma, in Australia in Germania ecc, tanto che io, ad esempio, oltre ad essere stata in isolamento a Roma per quasi cento giorni, sono rientrata in paese, come da disposizioni, il giorno 4 giugno 2020. Considero che non è servito a nulla: un paese abitato da anziani dove, a giorni alterni si registrano funerali, portare qui, in un centro appena chiuso, persone che potrebbero essere contagiate da Covid19 e, come da loro abitudine, avvezze a non osservare le direttive, potrebbero uscire, mentre dovrebbero osservare la quarantena, è destabilizzante per la popolazione che già è duramente colpita da una precaria economia.
Infatti, molte famiglie hanno disdetto le prenotazioni per Ferragosto ed altre, sono addirittura andate via. Con l’occasione, la prego di voler verificare i requisiti della struttura la quale non ha fognatura e neppure scala antincendio. Confido in un suo intervento atto a ripristinare la situazione antecedente, onde evitare manifestazioni ed iniziative che potrebbero degenerare. Cordiali saluti». Lettera firmata.