VASTO – L’Associazione Abruzzobnb sta effettuando una raccolta firme, da presentare a corredo del Ricorso al Tar Abruzzo da essa presentato, per dare ancora più forza e rappresentatività alla categoria dei B&B.
«L’argomento che vi sottoponiamo a petizione è l’introduzione, da parte della Giunta Regionale Abruzzese con la DGR 307/19, del protocollo HACCP per la somministrazione della colazione sia imbustata che servita con prodotti freschi tracciati, obbligatoriamente a carico dei B&B abruzzesi per le colazioni servite ai nostri ospiti. – si legge nella nota dell’associazione – Tale adempimento introduce una gravissima discriminazione nei nostri confronti rispetto ai B&B di tutte le altre regioni italiane costringendoci, contrariamente a quanto fatto da tutte le altre Regioni italiane, al rispetto del Reg. UE n.2004/852, che prevede l’adozione di un manuale di autocontrollo igienico all’interno delle nostre case private, alla stregua di ristoranti, bar, hotel; si tratta di un palese abuso legislativo ed aggravio di adempimenti che indurrà molte piccole e piccolissime attività a chiudere e ripensare al loro futuro. Ricordiamo che la maggior parte di B&B presenti nella Regione Abruzzo (ce ne sono circa1.400) contano su questo introito economico per la gestione della propria famiglia come ulteriore aiuto al bilancio familiare, risponde a un’esigenza di carenza di prospettive lavorative e per mantenere in buono stato un bene immobile che altrimenti rimarrebbe in disuso. L’Associazione Abruzzobnb, cui sta molto a cuore il futuro di tantissime micro attività, ha sempre cercato un confronto e una mediazione con le Istituzioni regionali. Purtroppo, le nostre interpellanze sono state ad oggi disattese. Siamo stati costretti perciò a rivolgerci al Tar per difendere le nostre ragioni sacrosante. Vi chiediamo perciò, nell’interesse della categoria tutta, di sottoscrivere la petizione indicando il nome della vostra struttura e di rinviarla al nostro indirizzo e-mail info@abruzzobnb.it».
Protocollo HACCP nei B&B abruzzesi, parte la raccolta firme per dire «no»
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