Un problema troppo spesso sottovalutato che provoca emarginazione sociale e costi aggiuntivi al Servizio sanitario nazionale (Ssn). Quello legato a sordità e calo dell’udito che in Italia colpisce il 13% della popolazione, in prevalenza cittadini sopra i 60 anni di età. In Molise poche le strutture pubbliche e il personale dedicato a fronteggiare il tema. L’unico strumento ad arginare il fenomeno resta la prevenzione tramite screening dedicati. Concetti ribaditi ad Agnone da dove partirà un progetto pilota che sarà illustrato nei dettagli giovedì 30 novembre nella sala consiliare di Palazzo San Francesco. Ad anticipare il programma e le azioni da mettere in campo il vice sindaco di Agnone e rappresentante dell’Ordine dei medici di Isernia, Giovanni Di Nucci, Jula Papa, segretaria regionale di Cittadinanzattiva e Ettore Dell’Anna, medico specialista in otorinolaringoiatra e socio nazionale Aiolp (Associazione italiana Otorinolaringoiatria libero professionisti), intervenuti durante la conferenza stampa tenuta ieri mattina a Palazzo Bonanni.
“Sensibilizzazione dell’udito a livello delle cure primarie”, l’iniziativa promossa dal Comune altomolisano, in collaborazione con le società scientifiche Sio e Siaf e 23 associazioni di pazienti. Il progetto coinvolge i medici di base del territorio che a stretto giro di posta consegneranno dei questionari ai propri assistiti. Le schede, a loro volta, saranno valutate dai promotori e specialisti del piano in seguito chiamati ad intervenire tramite esami sui disturbi uditivi.
“Da Agnone parte una campagna gratuita che vuole venire incontro alle esigenze di quanti quotidianamente hanno a che fare con problemi di sordità e calo dell’udito – ha sottolineato Dell’Anna -. A livello mondiale il problema interessa il 6% della popolazione con un dispendio di risorse economiche parti a 980 miliardi di dollari. In molti casi, come per le aree interne dove l’assenza di strutture e personale è assai evidente, molti dei nostri corregionali rinunciano a sottoporsi ad esami e quindi tentare di prevenire le conseguenze del problema che incide negativamente, oltre sulla persona stessa, su aspetti sociali ed economici dell’intera collettività. Restiamo dell’idea che una campagna di prevenzione itinerante possa essere la giusta risposta ad evitare emarginazione, disagi psicologici, drammi familiari e ulteriori gravi effetti alla salute per migliaia di cittadini”.