Sono arrivati nel 2016 in Italia, fuggendo dalla Nigeria, segnata da guerra e distruzione. Sono stati accolti presso lo SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) di Fossacesia, e venerdì 26 agosto, si sono sposati con rito civile.
E’ la bella storia di Augustine Obina Osuagwu e di Bumi Osuagwu che tra angosce e tante difficoltà, insieme hanno cercato e avuto l’occasione di riscatto di chi è costretto a lasciare la propria terra martoriata da conflitti per scappare in un luogo più sicuro e vivere felici. Augustine Obina, 36 anni, ha trovato lavoro e la stabilità economica è stata decisiva per sposare la sua Obina, di 32. La coppia è residente a Fossacesia, dove sono nati i due bambini, una famiglia ben integrata. Venerdì scorso, il Sindaco Enrico Di Giuseppantonio, nell’aula consiliare Falcone-Borsellino, ha celebrato la loro festosa e sentita unione alla presenza dei loro amici e parenti, dei volontari dell’Associazione Il Girasole, di Fossacesia, che si occupa di integrazione.
«Aprire la casa comunale a dei cittadini di un paese straniero che scelgono di sposarsi è un modo concreto di accoglierli ed includerli in un tessuto sociale nel quale non si sentono respinti o peggio discriminati – ha detto il Sindaco Di Giuseppantonio -. Fossacesia, che si conferma città di pace e dell’accoglienza, ha dato loro la possibilità di realizzare i loro sogni, una città che diventa il luogo in cui la giovane famiglia nigeriana ha scelto di vivere e di chiamare “nuova casa”, perché non sempre casa è dove si nasce, ma sempre più spesso casa è dove si sta bene e non si rischia la vita ogni giorno, che sia per fame o per guerra».