Una banca dati, condivisa tra forze dell’ordine e aziende sanitarie sul territorio, permetterà di sequestrare subito ai pazienti con disturbi mentali le armi da fuoco legalmente detenute senza attendere il rinnovo del porto d’armi, fissato ogni cinque anni.
«Si tratta di un passo molto importante nella prevenzione delle tragedie della follia», ha annunciato il senatore Gianluca Ferrara (M5s), primo firmatario dell’ordine del giorno al decreto Semplificazioni che impegnerà il Governo a rendere operativa la banca dati con un apposito decreto attuativo.
Allo stato attuale un legale detentore di armi da fuoco che avesse dei problemi psichici non vedrebbe sottoposte a sequestro le sue armi se non in fase di rinnovo del porto d’armi. Perché la sopravvenuta condizione ostativa alla detenzione delle armi, ad esempio un disturbo psichico o l’assunzione di psicofarmaci, attualmente non viene comunicata in tempo reale dalle autorità sanitarie alle Questure.
Questo deficit comunicativo può condurre a casi limite, intuibilmente pericolosi, di persone con disturbi mentali in atto o in cura che continuano a detenere legalmente armi da fuoco. Con la concreta possibilità che ne possano abusare, come spesso accade stando ai fatti di cronaca. Un provvedimento, quello proposto dal senatore Ferrara, che dovrebbe essere accolto con soddisfazione e appoggiato da tutti i legali detentori e utilizzatori di armi da fuoco, ma che invece sta alimentando polemiche pretestuose.
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