La linea dura, fatta anche di minacce credibili di ricorrere al Tar o addirittura alla Procura della Repubblica, paga e fa ottenere risultati; quella del “basso profilo“, collaborativa, al contrario, non porta da nessuna parte. Stesso problema, quello dei tagli ai servizi sanitari sul territorio dell’entroterra, affrontati in modo diametralmente opposto.
Ad Agnone c’è Daniele Saia, che ha sposato da tempo una linea di collaborazionismo con i vertici dell’Asrem; un “basso profilo”, quello tenuto dall’amministrazione comunale agnonese, finalizzato ad ottenere democristianamente dei risultati, che però stentano ad arrivare. A meno che la perdita finanche del pediatra per i bambini dell’Alto Molise non voglia essere spacciata come un risultato.
A Castiglione Messer Marino, qualche chilometro oltre un confine amministrativo niente affatto necessario, c’è Silvana Di Palma, che già per il fatto di essere una donna ha una marcia in più. In Alto Molise c’è da difendere un ospedale definito pomposamente di area disagiata, presidio di confine solo a chiacchiere; nell’Alto Vastese la sindaca è scesa in trincea, quasi letteralmente, per impedire scippi e mutilazioni al distretto sanitario di base all’interno del quale, tra l’altro, presta la sua opera professionale, essendo una pediatra di libera scelta.
Saia fa l’accomodante, riceve e ricambia visite di cortesia dei vertici Asrem, e intanto l’ospedale stenta, nonostante le promesse campobassane. Che fine hanno fatto, tanto per dire, le apparecchiature diagnostiche, Tac ed altro, promesse mesi se non anni fa? Nemmeno l’ombra. E le sale operatorie? Che dire, inoltre, del dimezzamento e declassamento del laboratorio analisi, “degradato” a punto di prelievo? E la dialisi? Un reparto salvavita retto, da oltre un decennio, da un solo medico, che in via incidentale risulta essere anche il marito della sindaca Di Palma.
Ogni estate il centro dialisi di Agnone va in forte stress, per via delle ferie del personale ad esempio: turni massacranti, senza la possibilità di accogliere altri pazienti, quei turisti e vacanzieri che pure avrebbero bisogno della dialisi e che sono costretti ad arrivare in altri ospedali del Chietino o della provincia de L’Aquila. Ogni anno si ripete questa manfrina. Il “caso” finisce sulla stampa, i politici locali fanno finta di scandalizzarsi, e amen, non si risolve nulla, da undici anni a questa parte.
Però Saia spergiura che la sua attenzione è massima sulle sorti del “Caracciolo”. Sarà anche così, non abbiamo motivo di dubitarne, ma evidentemente il suo impegno non basta, non è sufficiente, perché la situazione oggettiva non cambia, anzi peggiora. Poi, percorrendo la mulattiera, la ex statale Istonia e raggiungendo Castiglione Messer Marino, ci si imbatte nella coriacea sindaca Di Palma, che difende con le unghie e con i denti il distretto sanitario di base dai colpi di mannaia della Asl.
Il direttore generale dell’azienda sanitaria aveva ipotizzato uno scippo in piena regola: sottrarre il medico a bordo del 118, dimezzando il servizio da H24 ad H12, per implementare un qualcosa di sperimentale scopiazzato chissà dove, le auto mediche. La sindaca ha annunciato, proprio su queste colonne, non solo ricorso al Tar contro l’eventuale provvedimento della Asl che avrebbe spostato medici del 118 altrove, ma anche l’invio di un esposto alla Procura della Repubblica. A muso duro, altro che collaborazionismo democristiano, anzi doroteo.
Ebbene la Asl è tornata sui suoi passi, intimorita dalle minacce della sindaca. E infatti nei giorni scorsi il direttore generale della Asl, Thomas Schael, con la coda fra le gambe nonostante l’arroganza tipicamente teutonica che lo contraddistingue, ha incontrato la prima cittadina di Castiglione, assicurandole che il distretto sanitario non solo non verrà ritoccato al ribasso, ma sarà addirittura potenziato.
«Qui non è in discussione la presenza del medico al 118 che continua a essere garantita pur nella difficoltà di reperire professionisti, – ha dichiarato alla stampa Schael – ma una riflessione sulla specificità del luogo, caratterizzato da uno stato disastroso delle strade, piene di buche e lasciate in una condizione pietosa che incide in modo importante sui tempi del soccorso in urgenza, suggerisce di rafforzare il servizio con una seconda ambulanza di tipo B. Si tratta di un mezzo attrezzato con barella e molto agile, che può essere impiegato efficacemente in luoghi meno accessibili, in caso di infortunio o malore in campagna come nei boschi.
Ho verificato di persona che i tempi di percorrenza delle ambulanze in questo territorio sono pesantemente condizionati dalla viabilità, oltre che dalla posizione dei paesi, pertanto attivare un secondo mezzo con altre caratteristiche rappresenta un passo importante nella difesa della salute di queste comunità. L’investimento, di circa 100 mila euro, sarà inserito nel bilancio 2024».
Due approcci diversi, antitetici, uno dei quali dà risultati, l’altro del tutto inconcludente. Di fronte alla scomparsa di un servizio di pubblica utilità come quello di un pediatra sul territorio Saia si limita a dire che «la notizia mi ha fatto perdere il sonno». La sindaca Di Palma, invece, “fa passare il sonno” al direttore generale della Asl.
Francesco Bottone