Due simboli storici della città caduti nel dimenticatoio. Sono il monumento intitolato a Libero Serafini e la fontana di Piazza Plebiscito. Il primo situato sul lungo corso cittadino, l’altro nel cuore del centro storico che vide la presenza dei veneziani. Agnone città d’arte, recita uno slogan, ma non a detta da come vengono trattati i suoi monumenti. Perché basta vedere in che condizioni è ridotto l’obelisco innalzato alla memoria di Libero Serafini, martire agnonese della Repubblica Napoletana (fu impiccato ad Avellino l’11 giugno 1799, ndr) per rendersi conto della totale disattenzione di chi invece dovrebbe commissionarne subito un restyling.
Il monumento versa infatti in condizioni di abbandonato usurato dal tempo e dalle intemperie atmosferiche. Da segnalare il distaccamento di alcuni pezzi di cemento, la crescita di erbacce, la cancellazione della scritta che riporta le gesta del notaio agnonese. Ma non è tutto visto che su un lato del blocco in alto visibile ad occhio nudo la parziale fuoriuscita di una lastra che sorregge l’obelisco.
A nulla sono valse le innumerevoli segnalazioni fatte dai cittadini agli amministrazioni succedutisi a Palazzo San Francesco, preoccupati per lo stato di salute in cui versa il monumento eretto nel 1899. Insomma, l’opera realizzata 121 anni fa grazie al generoso contributo degli agnonesi ed emigranti dell’Argentina, rischia seriamente di collassare nel caso in cui non verranno apportate le necessarie opere di consolidamento. Non se la passa meglio la fontana di piazza Plebiscito costruita con marmo di Carrara nel 1882 su ordine dell’allora sindaco Ionata.
Particolarità dell’opera artistica sono i quattro draghi in ghisa dalla cui bocca esce acqua potabile. Sul petto dei draghi lo stemma di Agnone: il grifone, animale mitologico metà aquila e metà leone. Anche in questo caso, come per il monumento intitolato a Libero Serafini, la fontana avrebbe bisogno di nuovi lavori per riportarla allo splendore di un tempo. In particolare grida vendetta la riattivazione dello zampillo situato nella parte più alta e danneggiato un anno fa dalla ditta che ha eseguito le opere di rifacimento della pavimentazione.
Ed ancora su un lato in basso da registrare una perdita di acqua che fino ai lavori della pavimentazione non era stata mai segnalata. Per non parlare della sporcizia all’interno della vasca che raccoglie l’acqua e dell’opacità (un eufemismo) che ormai da tempo offusca il biancore del marmo toscano. Anni fa grazie al contributo economico di una professionista, la fontana fu destinataria di importanti lavori che di fatto la riportarono a brillare di luce propria. Tuttavia la mancata manutenzione ordinaria da parte del Comune ha contribuito a far precipitare la situazione. A questo punto non più rinviabile una presa di posizione da parte del commissario straordinario, Giuseppina Ferri nonché quella della Soprintendenza del Molise. Gli agnonesi aspettano fiduciosi e sperano di non dover ricorrere all’adagio “campa cavallo…”