«In un paese come il nostro – l’Italia – dove in tutti i settori, ma in particolare modo nella sanità, risaltano solo ed esclusivamente fatti negativi, trovo giusto e doveroso segnalare questa mia felice esperienza».
Inizia così la lettera aperta di Orazio La Rocca, inviata alla nostra redazione, ma in realtà indirizzata all’Asrem, al personale del “San Francesco Caracciolo” di Agnone e più in generale a tutti gli agnonesi e ai molisani. Una lettera con la quale viene data testimonianza dell’efficienza, ma anche della cortesia e dell’umanità di un reparto notoriamente fiore all’occhiello dell’ospedale di area disagiata di Agnone.
«Ho trascorso il mese di agosto a Poggio Sannita, – continua La Rocca nella sua lettera aperta – mio paese natale ed avendo bisogno di effettuare la dialisi, ho dovuto fare ricorso al servizio che viene erogato presso l’ospedale “San Francesco Caracciolo” di Agnone, da tempo indiziato di chiusura e fortemente in difficoltà. Ho trovato un reparto estremamente efficiente, – aggiunge il paziente – con personale non soltanto preparato da un punto di vista professionale, ma capace di “accudire” letteralmente chi a loro si rivolge». La professionalità coniugata all’umanità di cui si diceva qualche riga prima. Un reparto che funziona davvero e tiene botta, grazie all’abnegazione e alla dedizione al lavoro del personale, ai tentativi per nulla sopiti di chiudere baracca e burattini da parte della politica e della stessa azienda sanitaria del Molise.
«Desidero rivolgere a tutto il personale il ringraziamento mio e dei miei familiari. – va avanti Orazio La Rocca – Con questa lettera ritengo di adempiere ad un preciso dovere, quello cioè di portare a conoscenza di tutti uno spaccato della sanità molisana capace di assolvere a quella fondamentale funzione di cura ed assistenza del paziente. Infine, – aggiunge in chiusura l’uomo originario di Poggio Sannita – formulo l’auspicio che l’ospedale in parola torni ad essere un punto di riferimento, un presidio dotato di attrezzature e personale in grado di garantire cure efficaci a tutti i cittadini».
E a fronte di queste attestazioni di merito e di stima da parte dell’utenza, sia pure ridotta ormai al lumicino, Agnone e l’Alto Molise, ma anche l’Alto Vastese, sono in attesa che in riferimento al “Caracciolo” si passi finalmente dalle chiacchiere ai fatti. Il riconoscimento di ospedale di area disagiata c’è stato, ma è rimasto nero su bianco su un pezzo di carta, senza tradursi in nulla di concreto. Ora Agnone e la sedicente classe politica locale sono alle prese con la campagna elettorale, troppo impegnati per occuparsi di questioni di poco conto come un ospedale di montagna e di confine che in queste “terre alte” potrebbe rappresentare il discrimine tra la vita e la morte di una persona.