I militari della stazione Carabinieri Forestale di Ortona, su segnalazione di un cittadino, hanno rinvenuto in un’area della frazione del Comune di Ortona buste contenenti rodenticida posizionate per colpire, con tutta probabilità, animali vaganti o di proprietà. Dopo aver sequestrato nell’immediatezza la sostanza, che è stata conferita all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale competente per gli accertamenti di rito, i militari hanno richiesto l’attivazione dell’Unità Cinofila Antiveleno (U.C.A.) appartenente al Reparto Carabinieri Parco di Assergi per ispezionare l’area alla ricerca di materiale tossico, esche e/o bocconi avvelenati. L’ispezione è stata positiva ed ha consentito di individuare altre tre esche confezionate con matrice di carne, potenzialmente letali. Nella zona interessata ed in altre limitrofe, si sono verificati in passato episodi di mortalità di animali d’affezione.
«L’odiosa e arcaica pratica del veleno è ancora in uso su tutto il territorio nazionale e colpisce molte specie di animali selvatici (predatori come lupo, orso, volpe) e domestici (cani, gatti sia randagi che di proprietà) provocando atroci sofferenze. Le sostanze tossiche utilizzate sono molte, alcune si trovano in commercio in quanto impiegate come insetticidi, molluschicidi, altre sono reperite clandestinamente perché illegali. – spiega il tenente colonnello Tiziana Altea, comandante del gruppo forestale di Chieti – Ma non sono solo gli animali a pagarne le conseguenze: l’uso illegale di queste sostanze può essere estremamente pericoloso anche per la salute dell’uomo, in particolare dei bambini che inconsapevolmente possono toccare o ingerire bocconi avvelenati.
Nell’azione di contrasto all’uso del veleno, l’attività dell’U.C.A. è un valore aggiunto importante in quanto contribuisce a portare alla luce un reato spesso “sommerso” e ad individuarne i responsabili (i cani sono in grado di scovare le sostanze tossiche anche nel caso di perquisizione di automezzi o edifici). Oltre ad un’azione repressiva, il binomio cane-conduttore rappresenta anche un valido strumento di prevenzione e deterrenza del fenomeno che non può prescindere però dall’attività di sensibilizzazione, educazione ed informazione verso la tematica che la Specialità dell’Arma sostiene tra le sue mission istituzionali».