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  • Coltivare fa rima con educare: al via gli orti di comunità Slow Food in Abruzzo

    Nell’attesa di Terra Madre Salone del Gusto 2024, la manifestazione internazionale di Slow Food dedicata al cibo buono, pulito e giusto in programma a Torino, Parco Dora, dal 26 al 30 settembre, dove Slow Food Abruzzo animerà lo stand regionale con un ricco programma di attività, l’associazione della Chiocciola ha deciso di ufficializzare il proprio impegno nella costruzione di una rete abruzzese degli Orti Slow Food di comunità, il nuovo progetto di Slow Food Italia che rinnova e amplia l’esperienza ventennale di orticoltura ed educazione nelle scuole.

    In Abruzzo, gli Orti di comunità partono dall’Aquila, traendo frutto dalle esperienze maturate grazie all’impegno della Condotta Slow Food aquilana guidata da Alfredina Gargaglione. Nel pomeriggio di ieri, venerdì 20 settembre, il Punto Luce L’Aquila ha ospitato un momento di condivisione e incontro volto a lanciare il progetto Orti Slow Food di comunità.

    «L’obiettivo del progetto è attivare processi di cambiamento positivo coinvolgendo, unendo, educando chi coltiva e vive questi spazi comuni» ha ricordato Alessandra Orsini, referente regionale dei progetti educativi. «Prendersi cura di un orto  – ha aggiunto Rita Salvatore, presidente di Slow Food Abruzzo – rappresenta la via più immediata per sviluppare l’attitudine al cambiamento e a un rapporto più consapevole con la natura e i suoi cicli vitali, in un’ottica di condivisione».

    Gli orti secondo Slow Food promuovono la tutela delle risorse naturali attraverso pratiche agroecologiche che preservano la biodiversità e stimolano il confronto. È il caso delle attività portate avanti da Punto Luce, un progetto nazionale di Save the Children che garantisce da molti anni uno spazio stabile di incontro ed educazione per i bambini e gli adolescenti del territorio aquilano. In questo luogo di comunità si inserisce un orto circolare «dove i ragazzi, imparando a prendersi cura della crescita di una piantina, imparano anche a prendersi cura degli altri e, di riflesso, di loro stessi, in un circolo virtuoso e generativo, come il loro orto» afferma Domenico Capanna, responsabile del centro.

    Presenti all’incontro anche l’assessore all’Ambiente del Comune dell’Aquila Fabrizio Taranta e il consigliere Lorenzo Rotellini che hanno espresso il più convinto appoggio al progetto: «Gli orti di comunità creano spirito di fratellanza tra chi quotidianamente porta avanti le attività. La città dell’Aquila sostiene la biodiversità della nostra agricoltura di media montagna attraverso la creazione di competenze e di collaborazioni regionali, anche nell’ottica di tutela ambientale e lotta al cambiamento climatico».

    I numerosi i partecipanti all’evento, soprattutto bambine e bambini, si sono potuti confrontare sulla funzione sociale dell’orto come attivatore di comunità e sull’importanza del fare rete per il supporto reciproco e lo scambio di esperienze, oltre che “sporcarsi le mani” sperimentando direttamente la lavorazione dell’orto e la semina.

    Nell’ottica di condivisione di best practice ed esperienze, era presente all’incontro anche l’Associazione di volontariato Abitare insieme, che da alcuni anni, anche con il sostegno e la partecipazione di Slow Food L’Aquila, utilizza l’orticoltura come strumento educativo e sociale, di condivisione e partecipazione, al fine di migliorare la qualità della vita e il benessere psicofisico e sociale delle persone con disabilità. Da Teramo, ha portato la sua esperienza Simona Olivieri, rappresentante dell’orto di comunità urbano avviato da Teramo Children e che costituisce un ulteriore nodo della rete abruzzese degli Orti Slow Food. Altre realtà, come gli orti di Preturo (L’Aquila) promossi dall’ADUC, sono già pronte a farne parte.

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