Un cane smarrito, un anziano 83enne disperato e una volontaria animalista che ne rivendica la tutela. Questi gli elementi di una vicenda che sta dividendo Agnone e che si è ormai trasformata in un caso legale. Sullo sfondo, l’intervento del sindaco e la presenza di un’agguerrita avvocatessa romana di origini molisane, che difende la volontaria. Il caso ruota attorno a “Tonino”, un meticcio senza microchip attualmente ospite di una struttura, benché Angiolino Masciotra, anziano residente del luogo, sostenga di esserne il legittimo proprietario. Ma cosa è accaduto esattamente? Angiolino Masciotra, che vive nella località Secolare di Agnone, ha dovuto assentarsi per un periodo a causa di un intervento chirurgico a Pescara. Al suo rientro, la sua casa era più vuota del previsto: “Tonino”, il suo fedele compagno a quattro zampe, non c’era più. Per l’anziano, che vive solo – la moglie è ospite di una casa di riposo e le figlie risiedono lontano – il cane rappresentava l’unico conforto. Secondo quanto raccontato, l’animale si sarebbe allontanato in cerca del padrone e sarebbe stato successivamente segnalato a una volontaria animalista, che lo avrebbe preso in custodia. Da quel momento, però, per Angiolino è iniziato un incubo. “Era tutto per me – ha dichiarato l’anziano con la voce rotta dall’emozione –. Quando cucinavo, preparavo anche per lui, quando rientravo a casa c’era sempre qualcuno che mi aspettava. Ora mi sento perso. Non voglio altro che riaverlo con me. Se non me lo ridanno la faccio finita”. Secondo il suo racconto, la volontaria si rifiuterebbe non solo di restituire il cane, ma anche di permettergli di vederlo. Il caso è stato riportato inizialmente dal sito di informazione locale Altomolise.net, che ha raccolto la testimonianza dell’anziano e il suo appello disperato.

L’intervento del sindaco e la battaglia legale – Colpito dalla vicenda, il sindaco di Agnone, Daniele Saia, ha firmato un’ordinanza con cui impone la restituzione dell’animale al suo presunto proprietario. Tuttavia, il provvedimento non ha ancora avuto esito, poiché la volontaria si oppone alla restituzione. A difenderla è l’avvocato Annamaria Dell’Armi, che ha sollevato dubbi sulla legittimità dell’ordinanza: “Non esiste alcuna prova che il cane appartenga al signor Masciotra – ha detto la Dell’Armi al quotidiano Primo Piano Molise -. L’animale non ha un microchip, non risulta registrato all’Asl e non ha un libretto sanitario. Senza questi elementi, non è possibile stabilire un diritto di proprietà. La mia assistita (volontaria dell’associazione Agape che da anni si occupa di contrastare il fenomeno del randagismo ad Agnone, ndr) ha operato nel rispetto delle regole, recuperando un cane che vagava per strada. In questi casi non si può agire sulla base dell’emotività, ma bisogna applicare la legge”. L’avvocato ha poi attaccato il sindaco, sostenendo che il suo provvedimento sia un’ingerenza indebita in una disputa privata: “Le ordinanze servono per gestire questioni di interesse pubblico, non contese personali. Per questo motivo abbiamo presentato un esposto alla Corte dei Conti e alla Procura di Isernia, ipotizzando un abuso d’ufficio e un danno erariale. Quando si verificano situazioni simili, devono essere gli organi competenti a intervenire, non l’amministrazione comunale”.

Verso una soluzione pacifica? – Mentre la vicenda rischia di approdare in tribunale, Angiolino Masciotra ha espresso la volontà di regolarizzare la posizione di “Tonino” e di pagare eventuali sanzioni, pur di riaverlo con sé. “Se il problema è che non aveva il microchip, sono disposto a metterlo subito in regola. Non voglio problemi, voglio solo il mio cane”, ha dichiarato l’anziano. La speranza di molti è che si possa trovare un compromesso che tenga conto sia dell’aspetto affettivo sia di quello normativo. Intanto, il caso ha suscitato grande attenzione sui social e sulle reti televisive. A sostegno di Angiolino, mercoledì 12 marzo alle ore 11, in piazza Giovanni Paolo II, è previsto un sit-in organizzato da alcuni cittadini.