RICEVIAMO dai presidenti delle sezioni abruzzesi delle associazioni venatorie ANUU, ARCICACCIA, EPS, ITALCACCIA e LIBERACACCIA e pubblichiamo:
La Regione Abruzzo ha deciso di ignorare il ruolo, il contributo e la funzione istituzionale delle Associazioni venatorie, e dunque adesso è giunto il momento di andare fino in fondo nella difesa dei cacciatori abruzzesi. I Presidenti delle Associazioni Anuu, Arcicaccia, Eps, Italcaccia e Liberacaccia hanno inoltrato, per il tramite del prof. avv. Giacomo Nicolucci, una richiesta di accesso agli atti per verificare la legittimità del procedimento istruttorio e decisionale seguito dalla Regione Abruzzo per l’emanazione, assolutamente tardiva, del Calendario Venatorio 2017-2018.
Ogni anno si assiste ad un assurdo minuetto, quando basterebbe reiterare con sicurezza previsioni passate, per giunta meno inutilmente complicate a livello burocratico, giacché alcuna sostanziale modificazione faunistica giustifica ogni anno un assetto diverso. Peraltro, è colpa unicamente della inerzia e della scarsa capacità tecnica e politica della Regione se mancano dati e conoscenze o se i sistemi di pianificazione e gestione territoriale sono vetusti, superati ed inadeguati. Vi è, ad oggi, che la Regione Abruzzo ha di fatto soppresso un mese di attività venatoria, nel mentre le altre regioni d’Italia continuano a goderne, e tutto ciò senza alcuna valida ragione di sorta. Peraltro, si aggiunge, il prelievo in settembre interesserebbe specie migratrici, la cui cacciabilità, anche qualora limitata da condizioni climatiche o ambientali, si riverbera solo dei cacciatori stessi; od anche, riguarderebbe specie che vengono reimmesse dagli ATC e per le quali alcun’istanza di tutela faunistica può essere legittimamente dispiegata, se non nell’ottica dell’irrazionalità più assoluta. Tutto ciò aggiungendo una complessità burocratica limitatrice, sparsa ovunque, che, assolutamente, non è in grado di dispiegare gli effetti desiderati, ma che spesso si rivela in tutta la sua negatività. La Consulta regionale a parere della Regione avrebbe manifestato un mero “avviso”, di cui nessuno ha tenuto conto, nel mentre essa esprime ai sensi di legge un vero e proprio parere obbligatorio, pari a quello dell’Ispra, da cui si distingue unicamente per la natura politica e non tecnica dei contenuti. Ma del parere della Consulta nessuno ne ha tenuto conto. Si aggiunge che l’Ufficio programmazione faunistico-venatoria sembra del tutto succube di un altro Ufficio regionale (CCR-VIA) che, per il profilo curriculare dei suoi membri, alcuna valutazione di merito di carattere venatorio può esprimere, eppure si prodiga in prescrizioni e limitazioni, sovente provocate da persone esterne che spacciano severe competenze senza nemmeno essere in possesso di un diploma di laurea. Questa situazione è diventata inaccettabile e sarà vagliata ai fini di un eventuale esercizio di plurime azioni giudiziarie, nel caso anche ai fini del risarcimento del danno per lesione di interesse legittimo, in favore di ciascun cacciatore iscritto alle associazioni ricorrenti.
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