ATESSA – In cento per dire «no» al business dell’immigrazione.
Riceviamo e pubblichiamo da Andrea Marcolongo e Debora Fioriti del comitato di cittadini “Atessa agli atessani”.
Ieri sera, circa 100 Atessani, si sono ritrovati davanti il Mulino per dire no all’arrivo di immigrati in città. C’erano uomini, donne, bambini, anziani, intere famiglie in apprensione per la loro tranquillità e quella che sino ad ora ha contraddistinto Atessa. Cittadini pronti a formare una catena umana per impedire l’entrata di questi uomini all’interno del Mulino, disposti ad alzare mura e barricate per difendere la loro tranquillità e quella della loro città! In molti si sono espressi, hanno espresso la loro preoccupazione per l’arrivo di queste persone e la perplessità dinanzi l’assenza delle persone che hanno scelto per rappresentarle. Queste persone sono il Sindaco e l’amministrazione in primis, seguiti da tutta l’opposizione. . . Lasciati soli a difendere se stessi e la loro città malgrado fossero stati tutti invitati a partecipare. Ad onor del vero, l’unico Consigliere presente era Scarinci, del gruppo misto, che al mattino si è anche recato in Comune con uno dei nostri portavoce al fine di verificare che la struttura avesse tutte le autorizzazioni del caso (perché ci aggrapperemo anche al minimo cavillo pur di non ospitarli). Abbiamo avuto anche delle testimonianze da parte dei cittadini di Torino di Sangro, che hanno raccontato come si comportano questi “ospiti”, cosa accade li dove vi sono questi centri. Numerose le forze dell’ordine presenti. Atessa dice no! Il 98% di coloro che si sono espressi nella consultazione popolare ha detto No. Una consultazione popolare che ha visto esprimersi persone di diversa appartenenza politica, perché certi temi, come la sicurezza ed il bene della Città, vanno oltre i colori politici, oltre le beghe di partito o le antipatie ed i rancori personali, oltre tutto ed è per questo che ci auspichiamo che alla prossima manifestazione, la politica o meglio i nostri rappresentanti, si uniscano a noi cittadini e ci rappresentino. Non è una battaglia politica, ne di destra ne di sinistra, non è il colore della pelle ma bensì 50 uomini soli ed inoccupati in giro per la Città, con bassa civilizzazione, una maggiore propensione a delinquere, un modo diverso di concepire la figura della donna.
Andrea Marcolongo Debora Fioriti