ATESSA (CH) – Inserire la braccata o la mini braccata nel piano di controllo triennale per contenere la specie cinghiali.
E’ stata questa, in estrema sintesi, la richiesta fatta da una quarantina di sindaci del Sangro-Aventino all’assessore regionale alla Caccia, Dino Pepe, nel corso di una riunione che si è tenuta oggi pomeriggio ad Atessa. A coordinare i lavori il padrone di casa, il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli. Presente in aula, oltre all’assessore, il funzionario regionale del settore Caccia, il dottor Castiglione, e il comandante della Polizia provinciale, Antonio Miri.
«La Polizia provinciale, insieme ai selecontrollori volontari, sta facendo un ottimo lavoro con il selecontrollo, ma nonostante questo grande impegno e gli ottimi risultati in termini di abbattimenti, non si riesce ad arginare il proliferare dei cinghiali. – ha esordito il sindaco di Atessa – Per questo, insieme ai colleghi amministratori locali del Sangro-Aventino, chiediamo all’assessore di inserire la braccata come strumento di controllo degli ungulati, come ha già fatto la Toscana».
Una proposta da subito accolta dall’assessore Pepe che si è detto disponibile, verificato il necessario e vincolante parere dell’Ispra, a procedere in tal senso.
«Come Regione abbiamo fatto tutto quanto in nostro potere rispetto all’emergenza cinghiali. – ha precisato l’assessore Pepe – Tra caccia in braccata nei tre mesi consentiti, caccia di selezione e selecontrollo in Abruzzo praticamente si posso abbattere cinghiali tutto l’anno. E la Polizia provinciale, con i selecontrollori, sta facendo grandi numeri: mi risultano duemila e seicento cinghiali abbattuti negli ultimi quattro mesi durante le operazioni di selecontrollo. Va tuttavia precisato che si tratta di un’emergenza nazionale, se non europea e quindi servono misure straordinarie, che per il vero stiamo chiedendo da tempo al Governo centrale, sia al precedente che a quello attuale del “cambiamento”. I parlamentari abruzzesi dovrebbero farsi carico di proporre la modifica della legge 157, che regola la caccia. Senza quella modifica non si può estendere la caccia in braccata per più di tre mesi, sia chiaro. Chi dice il contrario non sta dicendo la verità e fa solo demagogia. Quello che possiamo fare è intervenire sulla legislazione regionale e sui regolamenti e quindi accogliere la proposta di inserire la modalità in braccata come strumento di controllo delle popolazioni di cinghiali. Quindi il selecontrollo sarà attuato con la tecnica della postazione affiancata dalla girata e dalla braccata. Prima di farlo, però, dobbiamo avere il parere favorevole dell’Ispra».
Francesco Bottone
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