«Vista la scarsa risposta ricevuta in merito al controllo di fine ottobre, relativo ad uscite e abbattimenti effettuati dalle squadre nelle varie macro aree, proroghiamo di altre 12 ore il tempo utile per risponderci tramite App».
E’ il messaggio inviato dall’Ambito territoriale di caccia del Vastese ai capisquadra delle relative squadre di caccia al cinghiale in braccata. La Regione Abruzzo vuole monitorare gli abbattimenti man mano che vengono effettuati e dunque chiede la collaborazione dei cacciatori. Ciascuna squadra, che già deve obbligatoriamente compilare un verbale di battuta prima di ogni uscita al cinghiale, deve poi comunicare i dati degli eventuali abbattimenti inserendoli nel seguente link:
https://atcvastese.it/datisquadre
La prima scadenza temporale, tuttavia, è stata ignorata dai cacciatori, tanto che l’Atc è costretto a sollecitarli in merito. Visto che non piove da tempo, probabilmente le squadre non stanno uscendo a caccia in braccata così assiduamente, o semplicemente non vogliono uscire, oppure stanno praticando altre tipologie di caccia, o ancora non vogliono comunicare i dati, un’ulteriore incombenza pretesa dalla Regione come se andare a caccia fosse un obbligo per i cacciatori. La sensazione è che i cacciatori siano stanchi delle continue richieste, quasi vessatorie, cui sono sottoposti, con regolamenti sempre più stringenti e che finalmente abbiano smesso di essere collaborativi con la Regione Abruzzo, che tra l’altro non perde occasione per tartassarli.
«Si ricorda l’importanza di inviare le informazioni delle uscite di tutti i verbali anche se non ci sono abbattimenti» sottolineano dall’Atc Vastese, sollecitando le varie squadre ad inserire i dati che andranno poi girati in Regione. E poi un avvertimento, quasi una minaccia: «Le squadre che persevereranno nel non risponderci saranno inserite nell’elenco da inviare alla Regione con il dato di abbattimenti e di uscite pari a zero. La Regione deciderà quindi quali saranno i provvedimenti opportuni da adottare in merito».
Provvedimenti? Per fortuna, lo ribadiamo, i cacciatori cominciano a fregarsene di tutte queste incombenze, perché, forse è opportuno ricordarlo, la caccia, anche quella al cinghiale, è una attività ludico ricreativa che si pratica quando si vuole e si può, non certo un lavoro o un obbligo.
Francesco Bottone