Nel nuovo documento del Ministro Speranza, quello con il quale la regione Abruzzo è passata in zona arancione, «l’esercizio dell’attività venatoria non viene preso in considerazione, pur riguardando migliaia di cacciatori abruzzesi, i quali hanno sostenuto costi importanti».
Inizia così la riflessione ad alta voce di Ermano Morelli, presidente regionale in Abruzzo della Federazione italiana della caccia.
«A ciò si aggiunge che la caccia è un’attività che viene svolta esclusivamente all’aperto, senza creare assembramenti. – continua Morelli – Per tali ragioni Federcaccia chiede alla Regione e all’assessore alla Caccia, Emanuele Imprudente, di predisporre un provvedimento o comunque di farsi portavoce con il Ministero competente, per consentire, sempre nel rispetto delle misure di prevenzione, l’esercizio dell’attività venatoria all’interno delle rispettive province o, se ciò non fosse possibile, quantomeno all’interno degli Atc di appartenenza.
Ciò anche per scongiurare la presenza incontrollata di ungulati sull’intero territorio regionale con tutti i relativi problemi legati al risarcimento dei danni a cose o persone».