“La nostra attenzione sulla sanità molisana è sempre alta. Per questo sono tornato a verificare le condizioni in cui operano i medici dell’ospedale Caracciolo di Agnone. Ed ho toccato con mano, ancora una volta, l’atavica carenza di personale”.
E’ quanto dichiara Andrea Greco, consigliere regionale del M5S che questa mattina si è recato nella struttura sanitaria di frontiera dove ha incontrato il commissario Angelo Giustini accompagnato dal commissario prefettizio, Giuseppina Ferri.
“Nonostante la narrazione mediatica dei problemi sanitari sia incentrata sulla questione commissariamento, facendo da eco a quanto dichiarato dallo stesso presidente Donato Toma – ha poi proseguito Greco – sono convinto che i problemi più seri siano altri. In primis, l’immobilismo della direzione generale, che non procede con l’opportuna velocità ad individuare i responsabili dei reparti, portando a conclusione le procedure concorsuali. Prima dell’estate ho chiesto un incontro al direttore generale Oreste Florenzano, con un sincero spirito collaborativo, ma il mio appello formale è rimasto inascoltato. I problemi che ho riscontrato ad Agnone – ha sottolineato Greco – sono gli stessi che, insieme ai miei colleghi, ho trovato in tutti gli ospedali molisani”.
Il capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale ha inanellato una serie di esempi. “In tutti i centri di Nefrologia della regione, i medici sono in grandissima sofferenza, tanto da dover rinunciare alle ferie, tanto da non potersi permettere il ‘lusso’ di ammalarsi. Ad ottobre è previsto un concorso per l’assunzione di tre nefrologi ma, stando ai nostri calcoli e a quanto ci riferiscono gli stessi medici, ne servirebbero almeno cinque. È un esempio che spiega bene cosa non va: i concorsi dell’Asrem dovrebbero essere tarati sulle reali esigenze della sanità pubblica. Altro esempio di inefficienza è quello della Day surgery. La chirurgia del Caracciolo è praticamente chiusa da maggio, ovvero da quando è andata in pensione l’anestesista. Delle sale operatorie all’avanguardia, dunque, che non operano per il solito problema: la carenza di personale. Basterebbe che Asrem si attivasse per mandare al Caracciolo un anestesista, anche per pochi giorni a settimana, per alleggerire il carico di lavoro di altri ospedali, da Isernia a Campobasso”.
Infine, ha detto Greco, che a Giustini ha consegnato il documento per il rilancio dell’ospedale altomolisano stilato da addetti ai lavori e sottoscritto dai sindaci di zona, “un ultimo esempio voglio farlo riguardo al laboratorio analisi, dove da circa vent’anni si continuano ad acquistare i reagenti dalle stesse aziende, senza alcuna procedura di gara. Questo vuol dire che potremmo razionalizzare i costi, ma preferiamo spendere milioni di euro con i prezzi imposti dai fornitori. Un assurdo. Tutti questi problemi si riscontrano grosso modo nell’intera rete sanitaria molisana e, voglio chiarirlo, non dipendono dai famigerati commissari. Dipendono da Asrem. Ogni Tac, ogni esame, ogni operazione che non viene fatta in un ospedale pubblico apre un mercato redditizio per le strutture private accreditate. Privati che la politica ha scientemente continuato a finanziare, mentre la sanità pubblica veniva smantellata e non messa in condizioni di operare. Non ci sto, non posso stare a guardare. Ora, visto che l’Asrem ha più volte ignorato i nostri appelli al dialogo, sarò costretto a rivolgermi alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica. Perché se delle strutture potenzialmente competitive, come il Caracciolo, non vengono messe in condizione di operare – ha chiosato il regionale – a mio avviso si sta facendo un vero e proprio danno alla collettività, da un punto di vista economico e sanitario”.