CAMPOBASSO – “La sanità cancellata, la viabilità interrotta, una popolazione che rischia l’isolamento e tutti che restano a guardare: una fotografia triste di un Alto Molise meraviglioso solo in cartolina. Così si sta condannando un intero e importantissimo territorio alla morte! E, piuttosto che vederlo agonizzare lentamente, chiedo che venga accorpato alla vicina Regione Abruzzo”.
Provocatorio, amareggiato e triste il commento del consigliere regionale, originario di Capracotta, Filippo Monaco (nella foto) che apprende la notizia della definitiva chiusura del reparto di ortopedia al Caracciolo di Agnone.
“Sono sempre stato a favore di una sanità da modificare, conscio del fatto che mantenere tanti nosocomi in vita a discapito della qualità dei servizi sanitari offerti sia solo dannoso per la popolazione. Ma sono altrettanto favorevole ad adottare modifiche solo dopo aver studiato attentamente le esigenze del territorio. Che senso ha cancellare definitivamente un reparto di ortopedia in una zona della nostra regione abitata per la stragrande maggioranza da persone adulte ed anziani, assai più esposte a malattie e danni alle articolazioni? Il dottor Cerimele, unico ortopedico del Caracciolo – che garantiva un servizio sanitario importante con visite settimanali, interventi chirurgici, consulenze al Pronto Soccorso e al reparto di Medicina, ecografie alle anche dei bambini – dal 19 gennaio non presterà più servizio nell’ospedale altomolisano, ma verrà spostato tra Venafro ed Isernia dove tali reparti vivono già senza il suo importante supporto. Cosa ne sarà di tutti quegli anziani che già con enormi difficoltà si spostavano ad Agnone per curarsi?” Domanda Monaco che prosegue nel suo intervento al vetriolo.
“Alla popolazione, ci si pensa o no? Ribadisco la mia posizione di dover fare scelte anche impopolari sulla sanità, ma che siano ben studiate e che non creino gravi disagi alla popolazione come sta accadendo nell’Alto Molise.” “E se si vogliono mettere in campo iniziative del genere perché non si pensa a come alleggerire la situazione? Come è pensabile che una popolazione coraggiosa, come quella che ha deciso di rimanere tra le montagne dell’Alto Molise, possa spostarsi ad Isernia o Venafro se nemmeno la viabilità viene garantita? Si vogliono tagliare gli ospedali e chiudere reparti? Che lo si faccia, ma si deve garantire l’accesso ai servizi sanitari in tempi brevi attraverso la risistemazione, messa in sicurezza e ampliamento delle vie di comunicazione esistenti”.
Ma oltre la sanità, Monaco tocca un altro tasto dolente come quello della viabilità. Così mentre alcuni pseudo amministratori locali gongolano per miseri finanziamenti relativi al completamento di marciapiedi, il consigliere regionale termolese rilancia la realizzazione di un asse vitale per le aree interne, ovvero il congiungimento della fondovalle Trignina a quella del Sangro.
“Mi chiedo, ed anzi chiedo all’Assessore ai Trasporti e al Presidente Frattura – che già nell’incontro sullo spopolamento organizzato dalla diocesi di Trivento lo scorso dicembre, insieme al Presidente dell’Abruzzo Luciano D’Alfonso, si impegnò a convocare un consiglio monotematico sulle aree interne nonché alla messa in sicurezza della viabilità locale – come mai nel grande piano delle infrastrutture varato qualche giorno fa, non è stato previsto nemmeno uno spicciolo per il collegamento tra la Trignina e la Fondovalle Sangro, da anni interrotta nei pressi di Agnone dalla Fondovalle Verrino? Come mai si attenziona quel territorio come importante attrazione del turismo non solo invernale, e nei fatti non si fa nulla per integrarlo al resto della Regione?”
“Se lo scopo è quello di isolare i comuni dell’Alto Molise – conclude Monaco – annullando di fatto l’assistenza sanitaria, non curandosi di una viabilità tortuosa, rischiosa e fatta di buche e frane, chiudendo e non valorizzando i centri scolastici, con un digital divide impressionante (e di promesse sulla banda larga ne son state fatte!), lo dico sin da ora: sarò il primo a portare avanti una iniziativa di accorpamento dei comuni altomolisani alla vicina Regione Abruzzo. Più che farla morire, preferisco che la mia gente viva sotto altro governo regionale, e ci viva bene”.
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