La lotta all’emergenza cinghiali segna il passo. Ad affermarlo è la Coldiretti Molise a due mesi dalla presentazione della bozza di Decreto interministeriale, proposto dalla Sottosegretaria Vannia Gava, su indicazione della Commissione Politiche Agricole e su delega del Ministro alla Transazione Ecologica, Roberto Cingolani. “Eravamo fiduciosi, se non convinti – spiega Giuseppe Spinelli, Delegato Confederale di Coldiretti Molise – che il testo sarebbe stato approvato in tempi rapidissimi, invece ad oggi non solo è ancora fermo ma non si ravvisa alcuna volontà da parte del Governo di approvarlo”.
Il testo in questione prevedeva due sostanziali modifiche all’articolo 19 della legge 157 del 1992, ovvero: l’ampliamento del periodo di caccia al cinghiale da tre a cinque mesi e la possibilità da parte delle Regioni di effettuare Piani di controllo e selezione nelle aree protette. “Ad oggi però – afferma amareggiato Spinelli – nulla si è mosso e dal ministro 5 Stelle Stefano Patuanelli non ci è arrivata alcuna comunicazione in merito. Non vorremmo dirlo – affonda il Delegato Confederale – siamo sicuri che dietro questa brusca e pericolosa frenata dell’iter dell’approvazione del Decreto vi sia una chiara volontà politica dei pentastellati che non vogliono risolvere il problema dei cinghiali perché, probabilmente, secondo Patuanelli la vita dei cinghiali vale più della vita delle persone e delle produzioni agricole”.
La preoccupazione di Coldiretti Molise fa eco alle misure che l’Assessore Cavaliere, che su questo aspetto sta facendo un buon lavoro unitamente ai suoi colleghi regionali all’Agricoltura appartenenti ai diversi schieramenti politici, sta mettendo in campo, non ultima la realizzazione di una apposita conferenza stampa, a carattere nazionale, per denunciare la volontà di non risolvere il problema da parte del Ministro 5 Stelle Patuanelli.
“Non occorre ricordare – afferma ancora Spinelli – che la situazione è gravissima. Le aziende chiudono, ormai stremate economicamente, oltre che moralmente, dai danni incalcolabili causati da questi animali il cui numero è assolutamente fuori controllo. Come se ciò non bastasse, poi, i cinghiali, ormai padroni del territorio, causano incidenti stradali, talvolta anche mortali, e scorrazzano indisturbati nei centri abitati. Di recente si è inoltre aggiunto il pericolo di diffusione della Psa, la Peste suina africana, che sarebbe più corretto chiamare peste dei cinghiali essendo questi animali selvatici a diffonderla con il gravissimo rischio che se anche un solo capo in un allevamento ne venisse contagiato, tutti gli altri verrebbero abbattuti in via precauzionale, salvo poi verificare, a cose fatte, se tutti gli altri fossero stati infettati o meno. Occorre dare un’accelerata all’iter di approvazione del Decreto – conclude Spinelli – perché questo rappresenta un primo concreto passo verso il contenimento del numero dei cinghiali che altrimenti continuerebbe ad aumentare distruggendo di fatto l’agricoltura come anche la biodiversità del nostro Paese”.
“Quel che più ci indigna è il fatto che – conclude Spinelli – tutto ciò si verifica nell’assordante silenzio del Presidente della nostra Regione, Donato Toma”.