Cinghiali, Copagri: «Gli Atc non pensino solo agli interessi del mondo venatorio».
Il presidente dell’associazione agricola punta l’indice sugli Ambiti territoriali di caccia colpevoli, a suo dire, di boicottare la riforma del regolamento sul prelievo degli ungulati.
«Lo sforzo compiuto da tutte le Organizzazioni Professionali Agricole regionali nel trovare una posizione unica ed unitaria per formulare proposte di modifica al vigente piano di contenimento degli ungulati (cinghiali) deve essere imitato anche dagli A.T.C. (Ambiti Territoriali di Caccia) perché, altrimenti, si paleserebbe una chiara azione di dilazione dei tempi che mirerebbe a salvaguardare solo gli stretti interessi del mondo venatorio non certo di quello agricolo che, a parole, tutti asseriscono di volere tutelare e salvaguardare».
Così Camillo D’Amico, presidente della Copagri Abruzzo, circa l’atteggiamento che hanno assunto alcuni A.T.C. in merito alle proposte di modifica predisposte congiuntamente dall’assessorato regionale alle Politiche Agricole, Caccia e Pesca e dalla collegata Presidenza della commissione consiliare permanente sul vigente regolamento per il contenimento dei cinghiali.
«Se l’agricoltura è il settore da tutelare in quanto dà reddito, occupazione, salvaguardia dell’ambiente e del territorio oltre che fornire alimenti di qualità e la caccia è pur sempre una passione, ora che le Province hanno finito nelle loro funzioni e siamo in un tempo di redistribuzione delle competenze, più nessuno può chiamarsi fuori dall’assunzione delle responsabilità. – continua il presidente della Copagri – La Regione adotti le modifiche proposte al regolamento in tempi solerti ed avvii le modifiche necessarie alla L.R. 10/2004 in quelle parti che definiscono i ruoli e le funzioni degli A.T.C. prefigurando le presidenze dei Comitati di Gestione anche in capo ai rappresentanti del mondo agricolo oltre che accelerare la predisposizione di un nuovo Piano Faunistico, gli A.T.C. adottino lo sforzo culturale di fare sintesi tra loro guardando agli interessi generali e non solo a quelli particolari del mondo venatorio sempre piuttosto diviso e disunito, il mondo ambientalista sia più presente e partecipe alla tutela del territorio rifuggendo da posizioni estreme e di pura conservazione. Tutto ciò l’affermo perché il nostro mondo, quello agricolo, è stanco e stufo di aspettare tanto che, non a caso, ha sempre appoggiato e sostenuto apertamente gli sforzi di chi veleggia nella nostra stessa direzione così come è stato nella coraggiosa iniziativa assunta di recente dai Sindaci del Sangro e del Vastese».