Con una lettera aperta al Consiglio regionale d’Abruzzo, il Presidente della Cia Agricoltori Italiani Abruzzo, Mauro Di Zio, ha sottolineato il «mancato rispetto degli impegni presi» riguardo le misure di contenimento della fauna selvatica.
Di seguito le parole del Presidente Di Zio:
«Fatta la festa gabbato lo Santo. Si può sintetizzare così quanto non è avvenuto nel Consiglio Regionale del 29 giugno.
Il Santo, ma martire è forse un termine più appropriato, è quel mondo agricolo che, stretto nella morsa della siccità, è stato lasciato sotto l’assedio di quella fauna selvatica che dal tramonto alle prime luci dell’alba fa festa distruggendo campi e coltivazioni. Il tutto dopo che l’intera Conferenza dei Capigruppo del Consiglio Regionale aveva assunto l’impegno di portare la proposta dell’assessorato all’agricoltura in terza Commissione il venerdì, per poi approvarla in Consiglio il martedì successivo.
Una proposta che avrebbe contribuito a dare il supporto dei cacciatori formati alla Polizia provinciale per svolgere quelle attività di controllo fondamentali per ridurre danni e disperazione. Un provvedimento che avrebbe rimediato ad un clamoroso errore , ma si è trattato solo di errore?, dello stesso consiglio, che anziché cogliere le opportunità offerte da una sentenza della Corte Costituzionale per la modifica migliorativa della Legge regionale, l’aveva cambiata azzerando di fatto le attività di controllo, anche nei parchi regionali e nelle aree urbane da parte dei sindaci. Molto altro abbiamo proposto di cambiare, ma perdere anche solo un altro minuto nella riattivazione delle attività di controllo è insopportabile per la tenuta del sistema agricolo così duramente provato.
Ma il silenzio di martedì, al di là di qualsiasi risibile pseudo motivazione si voglia dare, evidenzia una cosa soltanto: il collateralismo della politica regionale alla parte più retriva del mondo venatorio: quella che, rinunciando a svolgere quella funzione sociale derivante dall’esercizio della propria passione venatoria, i cinghiali li prende quando, come e, soprattutto, se vuole. Un collateralismo evidente soprattutto nell’espressione regionale della politica teramana, ma evidentemente condivisa, o più semplicemente subita, dagli altri rappresentanti territoriali.
Abbiamo rinunciato a manifestare davanti al Consiglio Regionale di martedì, come gli agricoltori ci chiedevano.
Lo abbiamo fatto perché la Conferenza dei Capigruppo aveva assunto l’impegno, guardandoci negli occhi, che il problema sarebbe stato risolto e le attività di controllo sarebbero riprese. Siamo stati ingenui? NO!!!
La verità è che noi di Cia Agricoltori Italiani riconosciamo un ruolo troppo alto alla politica per poter anche solo ipotizzare la meschinità che si sta mettendo in atto: far passare qualche altra settimana affinché, a disastro ormai compiuto, la tensione vada scemando e i provvedimenti adottati non producano effetto. Chiediamo atti di concreta, immediata responsabilità.
Ci aspettiamo che il Presidente della III Commissione, Emiliano Di Matteo, faccia un attento e sereno esame di coscienza rispetto agli impegni assunti nell’espletamento di quel ruolo, valutando anche l’estremo gesto di responsabilità politica, le dimissioni al protrarsi dell’inerzia. Al Vicepresidente Imprudente chiediamo di battere un colpo e di riprendere, subito dopo aver dato un fattivo contributo alla ripresa delle attività di controllo, l’attività di coordinamento (parchi compresi) e di raccordo tra tutti i soggetti deputati a svolgere funzioni di controllo e prevenzione, come annunciato ad inizio mandato».