Sono migliaia le imprese agricole che si trovano a dover combattere con l’emergenza idrica che colpisce anche le aree urbane per effetto della riduzione del 30 per cento di precipitazioni nell’ultimo anno a livello nazionale.
“Il cambiamento climatico – precisa il Presidente della Coldiretti Molise, Claudio Papa – si manifesta con una tendenza al surriscaldamento ma anche con una più elevata frequenza di eventi estremi, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dalla siccità alle alluvioni, dal sole al maltempo. L’agricoltura – continua Papa – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo che in Italia hanno superato nel 2023 i 6 miliardi di euro”.
Anche il Molise si trova a dover subire tali effetti, nonostante la regione possa vantare una notevole disponibilità di risorse idriche; anche da noi la piaga della dispersione idrica a causa della fatiscenza delle condotte fa sì che oltre il 50% della risorsa venga dispersa a scapito di tutte le comunità.
Coldiretti Molise ritiene che il tema dell’acqua non debba essere posto e/o riproposto solo come emergenza ma anche per consentire la programmazione necessaria a gestire una risorsa essenziale per l’intera collettività. Gli agricoltori sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi civili, industriali ed agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore agro-alimentare.
Tornando al nostro Molise, grazie alla presenza dei due Consorzi di Bonifica, della Piana di Venafro e del Basso Molise, nonostante le difficoltà che debbono quotidianamente superare, i terreni e con essi le colture sono sufficientemente tutelate. Tutt’altra situazione stanno vivendo le imprese agricole presenti nelle aree interne della nostra regione. Infatti si rileva in particolare l’aumento di segnalazioni da parte delle aziende zootecniche che sono coinvolte in diversi comuni nei razionamenti e nelle interruzioni delle erogazioni con conseguente chiusura dei flussi idrici a seguito di specifiche ordinanze.
Le stalle come pure gli allevamenti avicoli, molto presenti in regione, hanno difficoltà a organizzare il proprio lavoro e a garantire l’abbeveraggio ed il benessere degli animali. La zootecnica ha già molto sofferto per il prolungarsi di periodi di siccità che non hanno favorito la crescita del fieno e di tutte quelle colture che necessitano per l’alimentazione degli animali, dovendo ricorrere all’approvvigionamento fuori dall’azienda con un aumento elevato dei costi di produzione.
In particolare i polli hanno un elevato fabbisogno d’acqua necessaria anche al funzionamento degli impianti di nebulizzazione, indispensabili al mantenimento di una temperatura ottimale all’interno dei capannoni avicoli e la penuria della risorsa mette a serio rischio la salute stessa degli animali, inficiando tutto l’impegno lavorativo e gli investimenti a cui gli operatori zootecnici sono chiamati per mantenere le condizioni idonee nell’allevamento.
Per questo Coldiretti Molise fa appello alle Amministrazioni comunali di prevedere, in caso di interruzione forzata del flusso, un sistema che garantisca l’approvvigionamento idrico per le aziende zootecniche. Una soluzione, suggerisce l’Organizzazione, potrebbe essere quella dell’impiego di autobotti, e ciò al fine di scongiurare il pericolo, purtroppo reale, della morte degli animali per mancanza di acqua, come sta tristemente accadendo in altre zone del Paese.
“Con l’Italia che perde ogni anno oltre l’80% dell’acqua piovana – ha aggiunto il Direttore regionale Aniello Ascolese – Coldiretti ha elaborato con ANBI, l’Associazione Nazionale delle Bonifiche ed Irrigazioni un progetto per realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sui territori, senza uso di cemento e in equilibrio con l’ambiente, per conservare l’acqua e distribuirla quando è necessario ai cittadini, all’industria e all’agricoltura”.
Coldiretti chiede pertanto alle Istituzioni regionali di porre la massima attenzione sulla questione dell’approvvigionamento idrico, valutando la possibilità di utilizzare risorse derivanti dal PNRR e dal CSR per realizzare una rete di bacini di accumulo.
A rischio è l’ambiente, l’economia, l’occupazione e la stessa sovranità alimentare in una situazione già difficile per gli effetti della guerra in Ucraina.