• Editoriale
  • Edith e Marcel

    Marcel Cerdan era nato nel 1916 a Sidi Bell Abbes, poi trasferitosi a Casablanca ed ha acquisito la cittadinanza marocchina, donde il soprannome, quando diventò un campione, di “bombardier marocain”.

    Il padre era un macellaio con una passione straordinaria per il pugilato.

    Marcel, era dotato, già da bambino, di un pugno micidiale e di una forza incredibile e si allenava con uno smisurato impegno nelle palestre di Casablanca.

    Non avvertiva la fatica e nemmeno il dolore lancinante dei suoi muscoli perennemente tesi.

    Aveva la mano fragile, ma non fu un problema per lui, abituato al dolore e alla resistenza.

    A 18 anni il suo debutto a Parigi. Gli avversari sul ring in poche battute venivano vinti.

    Già negli anni 30 divenne campione dei Welter,  sfidando e vincendo contro tutti i campioni europei.

    Sposò Marinette, una marocchina di straordinaria bellezza araba. Ebbe tre figli.

    Quando stava per raggiungere i suoi anni 30, cominciò a guadagnare peso.

    Non se ne dispiacque perché il rimanere nella categoria inferiore dei Welter, lo avrebbe costretto ad affrontare il grande pugile afroamericano, dalla bellezza statuaria, Sugar  Ray Robinson.

    Sugar era un atleta meraviglioso, forse il più grande pugile di tutti i tempi per la sua eleganza :  trasformava il ring in un palcoscenico di danza.

    Nella categoria dei medi affrontò e sconfisse tutti i pugili in Europa, diventando campione assoluto della categoria.

    Un altro giovane di origini siciliane, Jake La Motta, il futuro “Toro scatenato”, nel film in cui De Niro interpretò la sua figura, era all’apice della sua gloria mondiale : campione assoluto dei medi nel mondo.

    Decise di affrontarlo, ma, dopo avere vinto il primo incontro, perse il secondo perché, cadendo, si slogò la spalla .

    Il dolore era terribile: si mordeva le labbra, ma al nono round dovette arrendersi.

    Era il 16 giugno del 1949. Una leggenda vivente.

    Quando Edith Piaf lo vide, la prima volta, seduto in prima fila di un teatro parigino, una pulsazione straordinaria attraversò tutte le membra di quella piccola, gracile creatura , dalla voce unica, inimitabile.

    La voce sembrava che non uscisse dalle sue corde vocali purissime, ma da quel viscere misterioso, mai scoperto dall’uomo, mobile, imprendibile, dove si è sempre pensato possa risiedere l’anima.

    Marcel la osservava incantato, travolto, inebriato.

    Edith, una ragazza nata quasi sul marciapiede di una strada parigina, da madre prostituta e da padre saltimbanco, aveva vissuto una infanzia tristissima nei bordelli parigini.

    Pur nella sua non eccelsa bellezza, riusciva a travolgere e a conquistare uomini di grande bellezza, potenza e straordinaria fortuna.

    Fu un fulmine (un “coup de foudre”).

    Si incontrarono la sera stessa, si strinsero, forse piansero.

    Si amarono subito, come belve impazzite, improvvisamente incontratesi.

    E non si lasciarono mai più .

    Edith era a New York quando Marcel incontrò Jacke.

    Fu colpita da uno straziante dolore  quando Marcel cadde sul tappeto.

    Il suo grido di sprone “Marcel, Marcel”, si elevò tra la folla come un canto divino; ma Marcel aveva dovuto arrendersi .

    Marcel tornò a Parigi.

    Le “Bombardier marocain” si mise alacremente a lavoro per la rivincita contro Jake.

    Pur nella tristezza dell’ultimo, sfortunato scontro, aveva la convinta consapevolezza che ce la poteva fare.

    La rivincita, appena programmata, per l’ottobre del 1949, a 33 anni, ebbe a sollevare subito nel mondo un eccezionale clamore.

    Edith gli telefonava ogni giorno: “vieni subito, lo supplicava, vieni con l’aereo, amore, non con la nave”. ”E’ troppo lungo il viaggio ed io non posso attendere più!”.

    Lo sport, quell’anno, nel maggio del 49, era stato già funestato da un lutto gravissimo: lo schianto di un aereo contro la collina di Superga a Torino, che trasportava la squadra del gloriosissimo Torino . Morirono tutti : Mazzola, Bagicalupo, Gabetto, Ballarin, Rigamonti ed altri leggendari campioni .

    Marcel si arrese subito alla supplica di Edith;  prese un vecchio aereo della Lockheed Constellation F-BAZAN della Air France, rotta Parigi-New York, in cui trovava posto anche una violinista, Ginette Neveu, anch’essa celeberrima.

    Ma l’aereo non raggiunse New York.

    Mentre sorvolava le isole Azzorre, verosimilmente per un errore del pilota, esso si schiantò ai piedi della montagna dell’isola di Sao Miguel, esattamente nella notte tra il 27-28 ottobre 1949.

    Nessun superstite. I resti di Marcel furono ricomposti e tumulati nel cimitero parigino  di Sud Perpignan- Languedoc –Roussillon.

    “Marcel, Marcel, Marcel”, gridò Edith, dopo la notizia della morte del suo amato.

    Le sue urla strazianti rimbalzarono per tutta New York : attraversarono grattacieli, le grandi strade, risuonarono fra le bianche mura della Cattedrale di St. Patrick, in Broadway,  nel Madison  Square Garden .

    Le urla di quella gracile creatura rimbalzarono in tutto il mondo.

    Edith aveva perso tutto. Le erano rimaste soltanto le note de “La vie en rose” e l’Hymne a l’amour” da lei stessa composto per Marcel.

    Gli amori successivi con Yves Montand e il matrimonio con Jacques Pills, non la strapparono al dolore terribile né potette nulla il rifugiarsi nella droga.

    Incontrò Marinette, i figli. Si prodigò per essi.

    Marcel Cerdan Junior, dopo avere inutilmente tentato  di ripercorrere la carriera del padre, spronato da Edith, ne interpretò, nel celebre film di Claude Lelouch, l’avventura umana.

     

    La leggenda finì.

     

    Franco Cianci

     

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