Un sindaco di provincia, giunto dai territori ultraperiferici dell’Appennino, che bacchetta i parlamentari dando loro una lezione di coerenza all’interno della sala della Regina della Camera dei Deputati. Un fiero sannita che detta legge nel cuore politico di Roma. Sembra una storia di altri tempi ed altre epoche, invece è la cronaca parlamentare di questi giorni.
«Vorrei essere franco e netto, parlo da presidente della Provincia di Isernia, da sindaco di Agnone e da capofila di un’area Snai: nel 2021 abbiamo firmato l’accordo di programma Snai e credo sia ad uno stato di avanzamento buono, tranne che per la parte che riguarda i trasferimenti statali». Ha esordito così Daniele Saia, subito critico ed interrotto dal primo di una lunga serie di applausi, il suo fiero intervento nel corso della giornata di studi che si è svolta lunedì a Roma, presso la Camera dei Deputati, sul tema “Una strategia per lo sviluppo delle Aree Interne – Tavola rotonda tra parlamentari e amministratori locali“.
Organizzato dal deputato Alessandro Caramiello, di concerto con l’intergruppo parlamentare Sviluppo Sud, Aree fragili e Isole minori, l’appuntamento romano è stato un acceso confronto tra parlamentari e amministratori locali, finalizzato a gettare le basi per lavorare congiuntamente ad una proposta di legge che possa valorizzare le aree depresse del Paese, le famose aree interne dell’Appennino, ma non a chiacchiere come si è fatto fino ad ora, bensì concretamente. Tra i relatori l’ex premier Giuseppe Conte, i deputati Alessandro Caramiello (M5S), Annarita Patriarca (FI), Stefano Graziano (PD), il commissario di Governo, l’abruzzese Giovanni Legnini, lo scrittore Pino Aprile, l’economista Giovanni Barretta, il professor Guido Tortorella Esposito e gli esperti Roberta Di Stefano, Giuseppe Sommario, Cristiano D’Angelo, Aniello Scafetta e Vincenzo di Fiore.
I nostri cronisti parlamentari hanno ovviamente puntato l’attenzione sull’intervento del sindaco Saia, il quale da politico sopraffino ha approfittato dell’occasione per fare alcune puntualizzazioni sulla Snai in generale e sulle strategie da porre in essere nell’immediato e per il futuro. «Credo che serva una strategia non solo per le aree interne, ma per l’Italia intera. – ha ripreso il primo cittadino agnonese – Se siamo passati ad essere la nona potenza mondiale, mentre in precedenza eravamo la quarta, significa che negli ultimi trentacinque anni, scusatemi la franchezza, la qualità della classe dirigente italiana non è stata all’altezza delle sfide globali. De Gasperi qui dentro ha detto che politica significa realizzare; mi pare che negli ultimi trentacinque anni si sia realizzato ben poco. E non voglio essere critico, sono una persona estremamente ottimista che è tornato dal Nord nella sua terra proprio per accettare la sfida contro lo spopolamento. Come si interviene quando ci sono terremoti o alluvioni, così bisogna intervenire nelle aree interne del Mezzogiorno, perché oggi la vera emergenza dell’Italia sono le aree interne. Non dobbiamo discutere della fiscalità di vantaggio, la dobbiamo applicare. Domattina dovrebbe essere il primo provvedimento che il Governo realizza a favore delle aree interne». E ancora una interruzione dovuta agli applausi.
«E soprattutto credo che tutte le aree interne non debbano chiedere niente a quella che oggi è la polpa del paese, cioè le aree costiere e le città maggiori. – ha ripreso con piglio e sicurezza da politico navigato il sindaco Saia – Perché noi, che siamo aree interne, abbiamo l’acqua, il patrimonio boschivo, abbiamo cioè tutti gli elementi essenziali alla vita dell’uomo, quindi a noi spettano di diritto delle royalty. Pensiamo quanto costa allo Stato il dissesto idrogeologico dovuto all’abbandono del territorio; se si spendessero quei soldi in favore delle popolazioni dei territori delle aree interne, lo Stato farebbe bene a se stesso».
Altro passaggio chiave quello sul tema della autonomia differenziata. Anche qui Saia è stato chiaro e diretto: «Onorevoli, l’autonomia differenziata va combattuta, anche con le forche se serve. E’ un provvedimento che non può e non deve passare. Già il termine “differenziata” va contro la Costituzione. Siamo differenti da cosa e da chi? Vogliamo fare parti uguali tra diseguali? Queste sono contraddizioni in termini». «Credo che di parole, sulle aree interne, ne siano state dette fin troppe e queste analisi e questi numeri visti e rivisti. – ha aggiunto Saia avviandosi alla chiusura di intervento – Il dire e il fare devono essere consequenziali e per i nostri territori il tempo è una variabile non indipendente, ma fortemente dipendente da quello che si è capaci di mettere in campo subito, istantaneamente, eliminando gli elementi burocratici. In Molise, ad esempio, abbiamo perso quarantadue milioni di euro per il completamento della Fresilia perché abbiamo dei pareri ambientali che non permettono la realizzazione di una strada. Sulle infrastrutture, dove ci sono soldi stanziati, bisogna tirare diritto, perché l’unico elemento che manca è il buonsenso. Come facciamo a lavorare così?
Faccio un esempio, visto che ci sono anche i colleghi dell’Alto Vastese: il ponte di Genova. Il ponte Morandi cade e partono azioni e verifiche su tutto il territorio nazionale. Ci troviamo a gestire il ponte più alto d’Italia e come Provincia lo chiudiamo perché ci sono delle criticità. Oggi il ponte di Genova è già stato restituito alla sua operatività, il ponte Sente-Longo invece è ancora lì, chiuso al traffico. Siamo riusciti, accelerando alcune procedure, ad avere i primi nove milioni di euro stanziati nell’ultima finanziaria. Speriamo che ci sia altrettanta velocità nel riaprire quella infrastruttura e nel mettere in campo le ulteriori risorse che servono per completare quell’opera. E’ solo un discorso di volontà politica, perché altrimenti ci potremmo rivedere qui una volta all’anno, ma anche una volta a settimana senza concretizzare nulla.
Se si ha la volontà di investire sui territori interni lo si deve fare domani mattina, altrimenti, senza prenderci in giro, dite a tutti quei cittadini che hanno ancora il coraggio di vivere in quei territori, che a mio avviso andrebbero premiati tutti, che non c’è più speranza per loro. I ragazzi che vanno via dai nostri territori diventano classe dirigente in altre nazioni, un capitale umano elevato che produce altrove. Noi li formiamo, i nostri giovani vanno via e creano ricchezza altrove. Allora, creiamo delle zone economiche speciali vere, portiamo nelle aree interne le aziende e i centri di ricerca, non facendo pagare una lira».
La chiusura vera e propria sul tema sanità. «Ho la fortuna o la sfortuna di amministrare un Comune sede di un ospedale di area particolarmente disagiata. – ha spiegato Saia – Ogni nuovo commissario parte sempre dai numeri. Toglietevi dalla testa i numeri per le aree interne. Non ha alcun senso, è una contraddizione in termini. Se ci volete dare servizi dovete aggiungere risorse, il prima possibile». Una lezione di politica e di amministrazione, un vero manifesto per le aree interne quello fornito dal sindaco Saia ai tanti parlamentari presenti. Basta chiacchiere, è giunto il tempo di fare.
Francesco Bottone