Domani le celebrazioni nazionali in memoria di Giacomo Matteotti, rapito e ucciso da un gruppo di squadristi fascisti guidati da Americo Dùmini, il 10 giugno 1924. Nell’ambito delle iniziative organizzate in Italia lo spettacolo teatrale Il mio nome è Tempesta. Il delitto Matteotti, che sarà messo in scena in anteprima nazionale, oggi 9 giugno e domani 10 giugno, al Teatro Savoia di Campobasso.
Prodotto dall’Associazione Culturale A.C.T., in coproduzione con la Fondazione Molise cultura, il progetto ha ricevuto il sostegno e il finanziamento della Regione Molise, nell’ambito del bando Turismo è Cultura – Patto per lo sviluppo del Molise e il contributo del Comune di Campobasso, partner istituzionale del bando, insieme al Comune di Fratta Polesine, in Veneto, paese natio di Giacomo Matteotti. Al fianco di A.C.T. la Fondazione Giacomo Matteotti, presieduta da Alberto Aghemo, che ha concesso il patrocinio e la consulenza storico-scientifica, oltre alla Casa Museo Giacomo Matteotti. Sponsor ufficiale la ditta Camardo.
Una rappresentazione che racconta una delle pagine più significative della storia italiana del Novecento. Pochi giorni prima del delitto, il 30 maggio 1924, nel suo ultimo discorso alla Camera, Matteotti aveva attaccato duramente Benito Mussolini, denunciando i brogli elettorali, le intimidazioni e i pestaggi che avevano caratterizzato le votazioni del 6 aprile 1924 che avevano portato al potere il Partito fascista, arrivando a chiedere l’annullamento delle elezioni “inficiate dalla violenza”.
In maniera parallela all’attività politica, da giornalista, il deputato aveva svelato una vicenda ancora più scottante: le presunte tangenti pagate dalla compagnia americana Sinclair Oil per ottenere la concessione delle trivellazioni petrolifere in Italia. Una storia pericolosa, che Matteotti aveva ricostruito in un articolo indirizzato alla rivista English Life, pubblicato postumo.
Scritto dalla giornalista Carmen Sepede “Il Mio nome è Tempesta. Il delitto Matteotti” è diretto dal regista Emanuele Gamba, direttore del Teatro Goldoni di Livorno, e interpretato dagli attori Diego Florio, che è anche il direttore di produzione, Marco Caldoro, Piero Grant, Paolo Ricchi e Domenico Florio. Assistente alla regia Vittorio Marchetti. Scenografie ideate e disegnate da Michelangelo Tomaro e realizzate da Italcom, costumi Marisa Vecchiarelli (Atelier Marvé), luci e fonica Gianmaria Spina, remix brani Luciano Barletta, video Antonio De Gregorio e Federico Silvestri.
Dopo l’anteprima nazionale lo spettacolo sarà portato in tournée nei principali teatri italiani. Prevista anche la partecipazione a importanti appuntamenti istituzionali, a Roma e in altre località italiane, anche in collaborazione con la Fondazione Giacomo Matteotti.