«Quando si dichiara guerra allo Stato non si può che essere sconfitti. E la sfilza di condanne all’ergastolo per i mandanti e i materiali esecutori delle stragi di mafia dei decenni scorsi stanno lì a dimostrare proprio questo: lo Stato c’è e vince sempre e comunque la guerra contro la criminalità organizzata».
Così Federico Cafiero De Raho, procuratore nazionale antimafia, ospite della Caritas diocesana di Trivento, nel pomeriggio di oggi a Castelguidone. Un paese blindato il piccolo centro dell’Alto Vastese, con gli artificieri della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri che da giorni hanno bonificato strade e vicoli per garantire elevatissimi livelli di sicurezza all’illustre ospite.
Tangibile la presenza dello Stato, sostanziata nella presenza in piazza del Questore di Chieti, Annino Gargano, della vice questore vicario Patrizia Traversa, del vice questore aggiunto Fabio Capaldo, dirigente del commissariato di Vasto, del vice comandante della Legione Carabinieri Abruzzo e Molise, il colonnello Antonio Buccoliero, del vice comandante provinciale dei Carabinieri, il tenente colonnello Pietro D’Imperio, del vice comandante della compagnia carabinieri di Atessa, il tenente Federico Ciancio, e decine di uomini in divisa e in borghese, tra Digos di Chieti, cinofili, artificieri e scorta personale del procuratore nazionale. A dialogare con De Raho il caporedattore di Avvenire, Antonio Mira, e don Luigi Ciotti dell’associazione Libera, oltre ovviamente a don Alberto Conti, mente e cuore dell’iniziativa dall’alto spessore culturale.
«Ovunque ci siano affari economici la criminalità organizzata allunga le sue mani. – ha spiegato il procuratore De Raho – E la pandemia ha creato situazioni favorevoli a questa economia parallela e illegale gestita dalle mafie. Mafie meno violente del passato, ma sicuramente più penetranti ovunque si fiutino affari da milioni di euro. La battaglia che la magistratura e le forze dell’ordine combattono quotidianamente contro la criminalità organizzata non è affatto sufficiente. – ha sottolineato De Raho – E’ necessario che tutta la comunità, che il singolo cittadino partecipi attivamente a questa guerra contro l’illegalità e la negazione dei diritti.
Ecco allora l’importanza primaria di altre istituzioni, quali la scuola e la famiglia, che hanno l’alto compito di educare le giovani generazioni al rispetto del dovere. Grazie ad esse si prende consapevolezza e coraggio per dire no alla sopraffazione, alla violenza, all’arbitrio: si riafferma il primato della legge, della legalità, della solidarietà e della partecipazione. Solo se tutti i cittadini prendono coscienza che le regole vanno rispettate ad ogni costo, – ha chiuso il procuratore nazionale – solo allora avremo vinto, come comunità e come Stato, la guerra contro le mafie»
Francesco Bottone
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