«La sentenza del Tar Molise sul ricorso di cinque Comuni dell’Alto Molise contrari alla realizzazione di un impianto di compostaggio in località “Sprondasino” di Civitanova del Sannio, accoglie una parte significativa del ricorso stesso, quale gruppo di minoranza al comune di Poggio Sannita, esprimiamo misurata soddisfazione».
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Così il capogruppo dell’opposizione in seno al Consiglio comunale di Poggio Sannita, Tonino Palomba. Proprio la coalizione guidata dall’ex sindaco Palomba fu tra i primi, parliamo del settembre 2021, a sollevare il “caso Sprondasino”, coinvolgendo istituzioni, cittadini e stampa locale, sul «macroscopico impatto ambientale che si andava delineando» e ad alimentare «dubbi sulle effettive attività dell’impianto, una volta in funzione per lo smaltimento di rifiuti definiti “non pericolosi” con una potenzialità di trattamento pari a 21mila tonnellate l’anno, in grado di produrre compostato misto da utilizzare in agricoltura».
I Comuni interessati, che all’unisono hanno presentato ricorso al Tar, sono stati Agnone, Bagnoli del Trigno, Pietrabbondante, Poggio Sannita e Salcito. Per una volta, insomma, i sindaci hanno fatto fronte comune in difesa del territorio delle aree interne.
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«Abbiamo plaudito al ricorso ed al positivo coinvolgimento di cinque comuni del territorio, – continua il consigliere comunale Tonino Palomba – pur criticando la mancata richiesta di sospensiva. Il ricorso al Tar è datato febbraio 2022, con sentenza pubblicata dopo tre anni, nel corso dei quali il cantiere non si è fermato, tutt’altro. Sono state realizzate opere che hanno già devastato l’area interessata, – accusa Palomba – con costruzione di piattaforme, strade, muri. Non considerando abbastanza le conseguenze di una cementificazione ed un movimento terra altamente impattanti, cui sarà complicatissimo porvi rimedio. Il tutto nell’alveo fluviale del Verrino alla confluenza con il Trigno, una zona ricca di biodiversità e distante solo poche centinaia di metri in linea d’aria dall’invaso di Chiauci, un posto di rilevante importanza storico-ambientale per la convergenza in esso dei tratturi Celano-Foggia e Castel del Giudice-Sprondasino, da cui dovrebbe nascere il tanto evocato Parco fluviale del Verrino».
Come dire, mentre la giustizia amministrativa ha fatto il suo corso, lì il cantiere è andato avanti spedito e le opere al centro delle polemiche sono in via di realizzazione, almeno relativamente ai lavori propedeutici alla costruzione e messa in opera dell’impianto.
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«Tuttavia la decisione del Tar, – continua Palomba nella sua puntuale analisi – avendo accolto solo parte delle obiezioni sollevate nel ricorso, non sarà risolutiva e lascia aperte diverse possibilità alla società interessata, sia sul piano procedurale, con l’eventuale ricorso al Consiglio di Stato, sia sanando le carenze evidenziate in ordine ad autorizzazioni, pareri e valutazioni». La battaglia contro l’inceneritore non è affatto vinta, questo sostiene il consigliere capogruppo Palomba.
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«Certamente noi, con le famiglie che abitano nella zona e l’opinione pubblica sensibile alle problematiche naturalistico-ambientali e del surriscaldamento del clima, non ci accontenteremo di soluzioni burocratico-procedurali. – insiste l’esponente politico, mostrandosi battagliero – Avremmo preferito una sentenza che avesse sancito in maniera esplicita il divieto di realizzare a Sprondasino un impianto del genere. La sentenza, invece, non dice questo. Vogliamo augurarci sia un primo passo in difesa dei diritti delle persone comuni, della nostra salute, dell’ambiente e del territorio in cui viviamo, dell’habitat naturale per le biodiversità e per la tutela di un possibile sviluppo ecocompatibile, unica vera speranza per il futuro dei nostri piccoli borghi di zone interne, disagiate e spopolate. Per questo – chiude Palomba – concordiamo con il presidente Saia quando afferma che: Insieme agli altri Comuni, continueremo a lottare per difendere i nostri meravigliosi territori».