CELENZA SUL TRIGNO – C’era una volta la guardia medica, quella che ti curava una febbre improvvisa nel fine settimana. C’era, perché sulla carta, questo servizio a Celenza Sul Trigno, Cupello e Scerni, sembra essere destinato a sparire: provare a cercarla dopo la mezzanotte sarà inutile. E per un’emergenza nel cuore della notte? Toccherà chiamare il 118 di Vasto o di Gissi. L’addio al medico di guardia notturno è previsto dalla delibera n. 187, del 25 febbraio 2014. I cittadini di questi comuni del vastese sono preoccupati e si domandano come sia possibile che in alcune aree distate fra loro 8,9 km, ci siano due guardie mediche e in altre aree, come il territorio di Celenza sul Trigno, i cittadini devono percorrere, nelle ore notturne e con la neve, 22 km di strade tortuose, piene di buche, per raggiungere Palmoli, sede di guardia medica a cui i celenzani e non solo devono rivolgersi in caso di necessità. Eppure Celenza Sul Trigno, conta 980 abitanti e insistono, nel suo territorio una scuola materna, un asilo nido, scuole elementari e medie e una residenza sanitaria, un’altra si trova a meno di 4km, nel comune di San Giovanni Lipioni e a 6 km c’è il comune di Torrebruna con 950 abitanti circa. Inoltre, guardando i dati ISTAT, notiamo che Celenza Sul Trigno è uno dei pochi comuni che ha arrestato del 50% lo spopolamento ed è il comune con maggiore presenza di giovani e bambini, in più dista da Vasto 44,0 km e da Gissi 34,0 km, mentre ci sono comuni come Palmoli e Carunchio, entrambi sedi di guardia medica, che sono distanti tra loro solo 8,9 km. Se proprio si doveva scegliere una posizione centrale per il territorio forse bisognava ridisegnare le circoscrizioni sanitarie e guardare ad altri comuni più equidistanti. In quanto cittadino mi domando come vengono effettuate queste scelte e se si è tenuto conto dei parametri sopra citati. La guardia medica di Celenza viene sacrificata, ma conoscendo il sindaco Andrea Venosini siamo sicuri che difenderà in tutte le sedi Nazionali ed Europee l’articolo 32 della Carta Costituzionale.
di Daniele Leone