Una fuga salvifica dalla civiltà, per rintanarsi nel bosco, perché è solo lì, tra gli animali e i “suoi” lupi, che si riesce a trovare o meglio a ritrovare quella naturalezza istintuale che è propria dell’uomo e a cui l’essere umano tende appunto per indole. Perché il richiamo atavico dei legami del sangue e delle terra è più forte di qualsiasi substrato culturale e sociale. Una civiltà imbarbarita e frenetica, dove conta l’apparenza e l’utilità, il proprio tornaconto, anche a costo di violare le regole. Dall’altra parte il bosco, la natura selvaggia, accogliente e Madre per lo spirito umano che, per un paradosso solo apparente, il progresso e la civiltà hanno snaturato. Un viaggio all’indietro, nel tempo attraverso lo spazio, fatto di ricordi, di alberi, foglie e colori, di profumi ed elementi, per tornare al contatto puro con la natura, con quella libertà che è l’essenza primordiale della specie umana.
E’ qualcosa del genere, ma molto di più, il romanzo biografico “Le ultime foglie” di Dario Rapino, fotografo naturalista, avvocato e giornalista pubblicista. Attraverso le pagine del suo libro, lo scrittore nato a Casalanguida (CH) dipinge anche un tempo “locale” ormai andato, attraverso le storie dei suoi affetti più cari, quello dei piccoli centri montani dell’amato Abruzzo, forse del Chietino. Una storia da leggere per assaporare l’aspirazione dell’uomo non tanto alla felicità, quanto a «qualcosa di ben più immenso», la serenità. Quella serenità che Rapino trova solo nel “suo” bosco tra i “suoi” lupi: «Questo era il territorio di Yas, così ho chiamato il capobranco dei lupi che governano per chilometri questi luoghi, signori e padroni incontrastati. Li cercai lungamente e li trovai. La loro storia è, in fondo, la mia storia, uno specchio nel quale mi rifletto, scoprendo via via le mie mancanze, le mie debolezze, le mie incapacità. Ma soprattutto scoprendo cosa sia la fedeltà, l’altruismo, il coraggio, la perseveranza, cose che i miei simili non hanno mai saputo insegnarmi».
Il libro, Ianieri Edizioni, è disponibile nei normali e più diffusi canali di distribuzione.
- foto in apertura di Dario Rapino
Francesco Bottone
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