Il cimitero di San Pietro Avellana modello foresta, con le tombe difficilmente raggiungibili anche solo per una preghiera a causa dell’erba alta più delle stesse croci. E’ la polemica divampata negli ultimi giorni nel piccolo centro montano dell’Alto Molise. Qualcuno avrebbe voluto raggiungere la tomba di un proprio caro passato a miglior vita, ma l’erba troppo alta e il timore che la vegetazione nascondesse insetti e magari serpenti lo hanno fatto desistere da tale nobile intento.
Nell’epoca dei social protestare è facile, non c’è bisogno neanche di andare in Municipio per dirne quattro al sindaco o all’assessore. Postata la foto, si sono scatenati i commenti. A replicare in nome e per conto dell’amministrazione in carica il vicesindaco Peppino Carlini, che spiega: «L’erba è stata tagliata già due volte. Adesso purtroppo abbiamo l’unico operaio a nostra disposizione che è malato. Comunque in settimana si provvederà». Dà due notizie il vicesindaco: che l’erba è già stata tagliata, ma è ricresciuta, anche a causa delle piogge torrenziali delle scorse settimane, e soprattutto che il Municipio ha un solo operaio in gradi di poter svolgere questi interventi esterni. Ed è questa la vera notizia, la carenza di personale che mette in crisi i piccoli Comuni anche per sbrigare le più elementari azioni di minuto mantenimento delle aree pubbliche.
Al di là delle polemiche, dunque, il problema reale è carenza ormai cronica di personale a diposizione delle amministrazioni comunali. In merito al caso specifico delle erbacce, come ha assicurato il vicesindaco, il cimitero sarà interessato da operazioni di taglio e bonifica nei prossimi giorni, appena sarà tornato disponibile l’unico operaio comunale. Intanto qualcuno suggerisce: «Prendete spunto da Pescocostanzo, i cari pensionati si sono armati di “sarrecchie” ed hanno ripulito il paese dalle erbacce cresciute a dismisura. Tutto si può e l’unione fa la forza». Una sorta di cittadinanza attiva, volontariato per il bene del paese.