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  • Mafia Capitale, via al maxiprocesso. In aula anche Giordano Tredicine

    Massimo Carminati in questo processo parlerà, è intenzionato a difendersi in modo diverso dal solito perché vuole chiarire un sacco di cose e lo farà”. E’ quanto annuncia l’avvocato Giosué Naso, difensore dell’ex terrorista che secondo la Procura di Roma sarebbe a capo del clan di Mafia Capitale. A pochi minuti dall’inizio della prima udienza del maxiprocesso a Mafia Capitale, Naso afferma che il suo cliente, che dal giorno dell’arresto non ha mai parlato con i pm, quando toccherà a lui sarà pronto a parlare davanti ai giudici della X sezione penale.

    “Di tutta questa storia a Carminati ha dato particolarmente fastidio – ha aggiunto Naso che già oggi in aula solleverà una serie di eccezioni preliminari – il fatto che il suo nome sia stato accostato alle parole ‘mafia’ e ‘droga’. Con la mafia non c’entra proprio nulla e la droga gli fa veramente schifo. E non parliamo delle armi che non sono mai state trovate”.

    Il penalista ha commentato anche le prime sentenze arrivate in settimana e in particolare il fatto che il gup Anna Criscuolo abbia riconosciuto ad un collaboratore di Buzzi, Gammuto, l’aggravante mafiosa. “Si tratta di una decisione ampiamente attesa, arrivata in forma assolutamente tempestiva. Noi da un anno stiamo aspettando di comparire davanti al tribunale – conclude – e, guarda il caso, gli immediati verranno celebrati proprio alla vigilia di questa sentenza gup e dell’arresto di alcuni giorni fa della dirigente Eur Spa, Clelia Logorelli, per corruzione. Questo per far capire il clima. Secondo me c’e’ una regia facilmente identificabile che vuole tutto questo. In aula lo dirò a chiare lettere”.

    A meno di un’ora dall’inizio del maxiprocesso a Mafia Capitale a Roma un buon numero di giornalisti, fotografi e operatori tv è già all’esterno del Tribunale di piazzale Clodio, dove hanno preso posto anche i pulmini regia. La prima udienza del troncone principale con 46 imputati e’ previsto che inizi alle 9. Le entrate del tribunale sono sorvegliate dalla polizia penitenziaria. All’esterno stazionano alcuni militari, come accade anche nei giorni normali. Tra i primi a entrare dall’ingresso per il pubblico, aperto alle 8, un dipendente delle cooperative sociali coinvolte nell’inchiesta, “venuto a vedere questi delinquenti”, dice. All’interno, l’aula Vittorio Occorsio in cui si svolgerà l’udienza davanti alla X Sezione penale è sorvegliata da un carabiniere.

    Nell'infografica realizzata da Centimetri Chi sono e che ruolo avevano i personaggi che componevano la cupola romana. ANSA/CENTIMETRI

    IL MAXI PROCESSO

    Quarantasei imputati, un esercito di sessanta avvocati, oltre 130 udienze previste fino a luglio. Migliaia di intercettazioni e centinaia di documenti depositati. I numeri del maxiprocesso a Mafia Capitalerestituiscono l’importanza del procedimento che inizia nell’aula Occorsio della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio. L’attenzione mediatica e politica, non solo italiana, sarà rivolta al primo atto del processo che ha terremotato i palazzi dell’amministrazione capitolina e di riflesso la vita economica di Roma. Sono già oltre settanta le testate giornalistiche accreditate per seguire le udienze davanti ai giudici della X sezione penale presieduta da Rosanna Ianniello. Ottanta gli accrediti per telecamere e fotografi giunte in questi giorni alla presidenza del Tribunale.

    Molte le testate di media stranieri che seguiranno il ‘processo evento’. Il procedimento a Massimo Carminati e al suo gruppo criminale arriverà nelle case di mezzo mondo per raccontare il malaffare che ha caratterizzato l’amministrazione di Roma negli ultimi anni, il marcio che si annidava nei palazzi del potere capitolino. In queste ore sono in via di trasferimento gran parte degli imputati così come disposto dal presidente della sezione Rosanna Ianiello. Una quindicina di persone, detenute in varie parti di Italia, saranno trasferite nel carcere di Rebibbia in modo da poter essere presenti dalla seconda udienza in poi al processo. Compariranno nelle celle dell’aula bunker di Rebibbia dal prossimo 10 novembre mentre ciò che accadrà in aula lo potranno seguire in videoconferenza. Non potranno, invece, mai essere presenti al processo tre imputati eccellenti che avranno solo il video come opzione per seguire le varie udienze.

    Si tratta di Carminati, l’ex terrorista ritenuto a capo del clan e attualmente detenuto in regime di 41 bis a Parma, Salvatore Buzzi, ras delle cooperative e braccio operativo dell’organizzazione e Riccardo Brugia, uomo legato a Carminati e presunto custode di armi, mai però trovate dagli inquirenti.

    Nella prima udienza saranno presenti in aula 22 imputati, tutti quelli raggiunti da provvedimenti cautelari ai domiciliari. Tra loro alcuni ex amministratori locali tra cui Mirko Coratti, già presidente del Consiglio comunale, e Giordano Tredicine, consigliere comunale. E probabilmente anche Luca Odevaine, da ieri ai domiciliari. All’udienza non si esclude la presenza di personalità del mondo della politica anche se l’ex sindaco Ignazio Marino ha già fatto sapere che non ci sarà. Anche all’esterno del tribunale sono in programma alcune manifestazioni con la massiccia partecipazione di semplici curiosi. Il primo atto, secondo le previsione, si limiterà alle questioni preliminari che saranno sollevate dagli avvocati degli imputati o alle istanze di costituzioni delle parti civili con in prima linea quella di Roma Capitale firmata dal prefetto Francesco Paolo Tronca. Solo l’inizio di un lungo duello con la Procura che in aula sarà rappresentata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino e dai sostituti Paolo Ielo, Luca Tescaroli e Giuseppe Cascini. (ANSA)

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