La riduzione della produzione di miele in Molise quest’anno potrebbe superare il 50%. A lanciare l’allarme è la Coldiretti regionale che sottolinea come le basse temperature delle ultime settimane hanno causato un ritardo della fioritura e dunque una conseguente diminuzione della quantità di polline disponibile, utilizzato dalle api per produrre miele. Visto l’andamento climatico di quest’anno, il ritardo nella produzione può essere stimato in circa un mese. “A subire la diminuzione maggiore quest’anno – spiega Giovanna Cuomo, apicoltrice presente all’Agrimercato di Campagna Amica in via Insorti d’Ungheria a Campobasso – sarà, verosimilmente, il miele di acacia in quanto le api avrebbero già dovuto raccogliere la maggior parte di questo polline i cui fiori sfioriranno intorno all’inizio di giugno”.
Una situazione, questa del calo della produzione, che apre le porte alle importazioni dall’estero, specie Ungheria e Cina, che sono in constante aumento. Le importazioni di miele dall’estero sono state pari a 27,8 milioni di chili in aumento del 18% rispetto all’anno precedente, con quasi la metà che arriva da Ungheria (11,3 milioni di chili) e Cina (2,5 milioni di chili) che ha avuto in passato gravi problemi di sicurezza alimentare. Il dato emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat. In altri termini, sugli scaffali dei negozi e supermercati – sottolinea la Coldiretti – più di un vaso su due contiene in realtà miele dall’estero”.
“Lo scorso anno la produzione nazionale finale – ricorda la Coldiretti – è stata infatti di 22 milioni di chili grazie soprattutto al Centro e al Nord Italia dove gli apicoltori hanno potuto tirare un sospiro di sollievo dopo molte annate negative, mentre al Sud l’andamento climatico ha pregiudicato i raccolti per tutto l’anno a partire dal miele di agrumi le cui rese sono state molto scarse, soprattutto in Sicilia”.
“Quest’anno però – continua la Coldiretti – da Nord a Sud del Paese la produzione di miele fa segnare cali fino al 90% a causa dell’andamento climatico siccitoso del mese di marzo seguito da un mese di aprile e maggio dal meteo particolarmente capriccioso caratterizzato da vento, pioggia e sbalzi termici che non ha consentito alle api neanche di trovare nettare sufficiente da portare nell’alveare. La pazza primavera – sottolinea la Coldiretti – ha creato gravi problemi agli alveari con il maltempo che ha compromesso molte fioriture e le api che non hanno la possibilità di raccogliere il nettare. Il poco miele che sono riuscite a produrre- spiega la Coldiretti – se lo mangiano per sopravvivere”.
Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica, come quello di Campobasso, in via Insorti d’Ungheria.
Il miele prodotto sul territorio nazionale dove non sono ammesse coltivazioni Ogm (a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina) è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea. “L’etichetta – conclude la Coldiretti – deve riportare l’indicazione ‘miscela di mieli originari della CE’; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta ‘miscela di mieli non originari della CE’, mentre se si tratta di un mix va scritto ‘miscela di mieli originari e non originari della CE’”.