(ANSA) – PESCARA – “Sono potenzialmente a rischio di contagio coloro che hanno avuto contatti diretti nell’ultima settimana con il paziente”. Lo scrive in una nota la Asl di Pescara in relazione al caso del 21enne morto per una sepsi meningococcica fulminante, precisando che “le forme di contagio diretto sono prevenibili attraverso la profilassi” e raccomandando “nel dubbio, di fare la profilassi farmacologica, rivolgendosi al proprio medico di famiglia o al servizio di Guardia medica”. L’azienda sanitaria ha già attivato una unità di crisi per la profilassi e l’inchiesta epidemiologica.
“La drammatica scomparsa del giovane di Città Sant’Angelo avvenuta in data odierna presso la Rianimazione del Presidio Ospedaliero di Pescara – si legge in una nota della Direzione generale della Asl – è dovuta ad una sepsi meningococcica fulminante da ‘Neisseria meningiditis‘. Attualmente sono in corso le tipizzazioni del ceppo”.
La profilassi farmacologica, sottolinea la Asl, “riduce il rischio a valori prossimi allo zero. I farmaci da usare, sotto prescrizione medica, sono Ciprofloxacina 500 mgr (1 compressa una sola volta), oppure Ceftriaxone 250 mgr o 500 mgr (in base al peso; una sola somministrazione per iniezione intramuscolare), oppure Rifampicina 600 mgr (una compressa ogni 12 ore per due giorni, 4 compresse in totale). In ogni caso le forme da contagio diretto sono prevenibili attraverso la profilassi sopra riportata. I segni ed i sintomi precoci della malattia sono aspecifici (cefalea,febbre,dolori addominali)”.
Anche il sindaco di Città Sant’Angelo, Gabriele Florindi, attraverso i social sottolinea che “a causa della morte del nostro giovane concittadino i sanitari hanno attivato la profilassi di prevenzione per tutti coloro che hanno avuto contatto e frequentato il ragazzo nei 7-8 giorni antecedenti il decesso. Solo chi ha avuto contatto ravvicinato con lui – dice il primo cittadino – deve recarsi presso la guardia medica del distretto sanitario di Città Sant’Angelo”. (ANSA).
Morto per meningite in Abruzzo, la Asl: «Chi ha avuto contatti è a rischio»
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