• Cultura
  • Ndocciata, decima “fatica” letteraria per lo studioso Domenico Meo

    AGNONE. Sarà presentato domani, 5 dicembre, alle ore 17.00, nel teatro Italo – Argentino, il decimo libro dello studioso agnonese di tradizioni popolari Domenico Meo, intitolato “La Ndocciata di Agnone, il rito del fuoco più grande del mondo”. Il saggio è un’interessante monografia del cerimoniale igneo divisa in sei capitoli. Con dovizia di particolari vengono analizzate le ndocce tra storia, cronaca e grandi eventi a partire dalla seconda metà dell’800 fino ai giorni nostri. La Ndocciata in onore di Giovanni Paolo II l’8 dicembre 1996, il riconoscimento di Patrimonio d’Italia per la tradizione e le vampe che illuminano il sagrato di Santa Maria degli Angeli nel 2011. L’emissione, l’anno successivo, del francobollo Ndocciata “Folclore Italiano” e il corteo agnonese che sventaglia i grandi torcioni ardenti il 26 settembre 2015 in occasione dell’Expoincittà a Milano. Minuziosa attenzione è rivolta all’approccio di osservazione e indagine sul campo a partire dagli anni ’90, nonché alla costruzione delle ndocce ad opera di Bruno, Domenico e Giovanni Porfilio di contrada da Sant’Onofrio e agli ndocciatori dei cinque gruppi Capammóndë e capabballë, Colle Sente, Guastra, San Quirico e Sant’Onofrio che allestiscono veri e propri “ventagli” simili a raggi di sole che vanno da due a ventisei elementi di fuoco. Con stile sintetico ed esplicativo viene descritto il costume tradizionale contadino indossato da figuranti e portatori nonché la zuppa alla santè, il piatto più esclusivo della tradizione culinaria agnonese e le ostie e le pizzelle, due dolci e deliziose bontà. Con trasporto, entusiasmo e passione ecco trasparire le vibranti emozioni dell’8 e del 24 dicembre, allorquando affiora il massimo della trepidazione e gli “attori” che addomesticano e padroneggiano il fuoco esprimono e rivelano la vocazione, il bisogno e la necessità per una tradizione atavica a cui “non sanno” rinunciare. Il corso sembra essere attraversato da una scia di lava vulcanica: mille bagliori, scintille, crepitìo, fumo… “Agnone è in fiamme”!  Nel capitolo Il fuoco: simbologia e studi classici l’autore si affida alle teorie di tre insigni studiosi quali Frazer, Van Gennep e Propp.La Ndocciata in onore di Papa Giovanni Paolo II, a partire dagli albo­ri del terzo millennio, modifica notevolmente l’orientamento dell’evento e pone una serie di interrogativi e riflessioni – spiega l’autore del volume Domenico Meo – parlando con la mente e con il cuore dei fruitori del rito, vi pone attenzione dando uno sguardo al presente e al futuro, a taluni elementi cerimoniali carichi di nuovi significati e ad altrettante funzioni che consentono al rituale di permanere. La festa vive se è la società, attraverso la sua componente dinamica, a volerla far vivere. Per cui il ritorno alle feste tradizionali è una prova evidente che si va alla ricerca di valori autentici e modelli comportamentali rassicu­rativi, che danno certezze al precario mondo globale di oggi. Come non mai le festività della tradizione assolvono ai bisogni del presente. Questa è una linea interpretativa centrale per capire i fuochi e ci sollecita a rap­portarci al vissuto contemporaneo, a come li vediamo, a che emozioni ci danno, a cosa sostituiscono e rappresentano, più che a voler sentire il brivido arcaico della notte dei tempi. E allora – conclude Meo – quando ci chiediamo: perché i bambini saltano sul fuoco? Perché la gente vi gira intorno? Perché si accendono i fuochi? È opportuno scandagliare nel sistema delle relazioni anziché guardare alle origini, per trovar­ne il senso”.  Il volume di 112 pagine a colori e formato 13×20, oltre a presentare un taglio espositivo-divulgativo e allo stesso tempo antropologico, è abbellito da uno straordinario repertorio iconografico (230 foto, di cui trenta in bianco e nero) scelto tra la miriade di scatti di oltre venti fotografi. Una efficace descrizione in inglese è curata da Rita Filomena e Frank La Posta.  Prenderanno parte alla presentazione il sindaco di Agnone Lorenzo Marcovecchio, il presidente dell’Associazione La Ndocciata Patrimonio d’Italia per la tradizione Giuseppe Marinelli, il presidente della Provincia di Isernia Alfredo Ricci, l’assessore alla Cultura e Turismo della Regione Molise Vincenzo Cotugno, l’etno-antropologa (Museo delle genti d’Abruzzo – Pescara) Adriana Gandolfi, il demologo e giornalista Mauro Gioielli e lo scrittore e giornalista Nicola Mastronardi. E poi il gran finale… con la famosa etnoband Il Tratturo in “Stella Cometa. Canzoni accanto al presepe

     

    Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.