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  • Offese e battutine contro gli ex Forestali, querelato Massimo Giletti

    Il presidente dell’Associazione Unione Forestali Carabinieri e Diritti (UNFORCED), Danilo Scipio, ha dato mandato all’avvocato Egidio Lizza, che cura già il contenzioso amministrativo di gran parte dei Forestali costretti dalla Riforma Madia a subire forzatamente la militarizzazione, a querelare il conduttore Massimo Giletti per diffamazione. La denuncia è stata presentata ieri presso la Procura della Repubblica di Roma.
    “Massimo Giletti ed il suo sodale ospite Klaus Davi – spiega Danilo Scipio, presidente UNFORCED – non perdono il vizio di offendere l’onore del personale appartenente prima al Corpo Forestale dello Stato ed ora transitato, suo malgrado, all’interno dell’Arma dei Carabinieri in virtù della scellerata Riforma Madia. Chiediamo ai vertici di LA7 e all’Ordine dei Giornalisti di intervenire per tutelare la reputazione di migliaia di ex Forestali”.
    «Nel servizio intitolato “Vacche sacre: alla ricerca dei proprietari” – in onda sull’emittente televisiva LA7, lo scorso 22 aprile, nel corso del programma Non è l’Arena – sono stati ripresi due appartenenti del Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri, in uniforme operativa ed autovettura in livrea, ma il conduttore ha espresso un giudizio negativo nei confronti di tutti gli ex dipendenti del Corpo Forestale dello Stato transitati nei Carabinieri, tale da offenderne il prestigio. – si legge in una nota di Unforced – In particolare, Massimo Giletti ha dichiarato testualmente che “quelle persone che sono entrate adesso nell’Arma dei Carabinieri, sapete che fanno parte del Corpo Forestale, quindi c’è stata l’unione questa estate, eccetera… forse dovrebbero imparare bene dagli uomini veri dell’Arma dei Carabinieri”. Evidentemente non pago, ha rivolto un’accusa specifica nei confronti del personale ripreso nel corso del servizio, esprimendo una valutazione soggettiva sull’operato di quei Carabinieri e, più precisamente, che “quelle risposte che davano non eran di dire: vi aiutiamo, l’aiutiamo…”, mettendo così in dubbio la loro – e quella di tutti i Carabinieri Forestali che giudica essere “non uomini veri” – lealtà nei confronti delle Istituzioni e dei cittadini. “A rincarare la dose – continua Scipio – si sentiva in sottofondo la voce del Davi che addirittura si permetteva di avanzare dei dubbi sul conto del sistema di arruolamento del personale oppure, cosa che sarebbe ancora più grave dal punto di vista professionale, persisteva nell’erronea convinzione che i Forestali dell’ormai ex Corpo Forestale dello Stato, sono la stessa cosa degli operai forestali di Calabria e Sicilia”».

     

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