Non c’è pace per l’ospedale di Agnone. Mentre tutti attendono novità sul suo rilancio, promesse anche recentemente dal commissario Giustini, arrivano invece informazioni poco rassicuranti che riguardano l’imminente chiusura anche del centralino e del bar interno.
Segnali che vanno, evidentemente, in tutt’altra direzione rispetto a quanto ci si aspetterebbe e quanto la politica va ripetendo da anni.
«Speriamo non sia cosi, ma siamo ormai all’atto finale di una tragedia scritta da tempo e sulla quale si continuano a dire bugie» commenta amaramente Candido Paglione, sindaco di Capracotta, da sempre in prima fila per la difesa del nosocomio altomolisano.
Dunque un momento difficile per tutto il comprensorio, anche se, a detta del primo cittadino capracottese non è certo il caso di rassegnarsi.
«Anzi – osserva battagliero – io penso, invece, che adesso più che mai occorra insistere per ottenere il pieno riconoscimento dell‘ospedale di area disagiata. È l’unica strada percorribile per salvare il presidio e con esso i diritti dei cittadini di una zona che è già fortemente penalizzata sotto diversi punti di vista. Per questo dico, basta bugie, anche perché i fondi possono essere reperiti con relativa facilità, facendo ad esempio ricorso alle risorse del recovery fund. E bene ha fatto il neo sindaco di Agnone, Daniele Saia, a richiedere subito un incontro con i vertici Asrem».
Insomma, per il sindaco di Capracotta non è più tempo di temporeggiamenti e mezze verità o addirittura menzogne: bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare sodo. «In ballo c’è il futuro di un’intera area e forse di un’intera provincia» chiude Paglione.