Sit in di protesta, nei giorni scorsi, davanti all’ospedale “San Francesco Caracciolo” di Agnone, organizzato dai sindacati del settore sanitario per chiedere all’Asrem e alla Regione Molise maggiori standard di sicurezza e migliori tutele per il personale ospedaliero, ma anche e forse soprattutto nuove assunzioni «per sopperire alla cronica carenza di personale che spesso viene utilizzata come alibi proprio dall’azienda sanitaria per mettere mano al bisturi e alle forbici e amputare i servizi sanitari». Tra i rappresentanti sindacali presenti anche Tecla Boccardo, segretaria regionale della Uil Molise, che non ha risparmiato certo critiche né accuse all’indirizzo dell’azienda sanitaria e della distratte e complice classe politica regionale.
«Il “Caracciolo” di Agnone è l’unico ospedale ancora Covid free del Molise, mi pare, però soffre di tantissimi altri problemi, perché ha subìto pesanti tagli ai servizi nel corso degli anni. – ha esordito la sindacalista Uil – Mi permetto di aggiungere che il vostro ospedale è l’emblema della disorganizzazione sanitaria e della politica dei tagli che c’è stata portata avanti nel corso degli anni sul territorio molisano, in particolare per l’assistenza domiciliare territoriale. Una situazione che pesa sui cittadini soprattutto qui, in una zona notoriamente disagiata. L’ospedale oggi non ha tutte quelle caratteristiche né i livelli di assistenza che dovrebbe avere un ospedale di area disagiata. Questa è una cosa gravissima, messa in luce ancor di più, nelle sue fragilità, in questo momento di emergenza sanitaria generalizzata. Non c’è assolutamente equità nel sistema sanitario regionale. – ha proseguito la sindacalista Boccardo, indignandosi in nome e per conto dei cittadini e degli operatori sanitari – Ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B; così come c’è una sanità di serie A e di serie B. Questo non è possibile, non è giusto e non è corretto, anche perché i tagli alla spesa sanitaria, che pure vanno fatti, devono essere fatti agli sprechi, non certo ai servizi di assistenza alla cittadinanza.
Siamo qui in sit in davanti all’ospedale simbolo di Agnone perché stiamo chiedendo il rispetto dei livelli minimi di sicurezza per il personale sanitario impiegato, ma anche il potenziamento della medicina sul territorio, soprattutto qui, in Alto Molise, zona notoriamente depressa e lontana dagli ospedali più grandi. Chiediamo anche il potenziamento delle dotazioni organiche negli ospedali, anche qui al “Caracciolo”. Non è possibile che i pochi lavoratori del settore debbano lavorare dodici ore al giorno o sacrificare le ferie magari per coprire i turni perché manca personale. Serve tranquillità per gli operatori, che si raggiunge solo aumentando la dotazione di organico, facendo assunzioni a tempo indeterminato. Ne va dei diritti dei lavoratori, ma soprattutto – ha chiuso la sindacalista – della sicurezza sia del personale che degli utenti».