AGNONE – «Non servono solo risorse umane, ma anche strumentali: apparecchiature, strumenti, a partire da una Tac funzionante».
Giovanni Di Nucci, primario di Medicina dell’ospedale “Caracciolo” di Agnone, non le ha mandate certo a dire al direttore amministrativo dell’Asrem Antonio Forciniti ascoltato, nei giorni scorsi, durante la seduta straordinaria del Consiglio comunale.
Prendendo la parola, con toni pacati, ma decisi, il primario Di Nucci ha spiegato al capitano Forciniti: «Riconosco una certa volontà, da parte dell’Asrem, di tentare di trovare una soluzione alla carenza di personale che si registra nei reparti ospedalieri del “Caracciolo”. Vorrei però far notare che non servono solo risorse umane per far andare avanti, in modo che funzioni, un ospedale. Va bene assumere medici, ammesso che poi vogliano venire a lavorare ad Agnone, ma facciamo attenzione anche al personale che oggi è ancora in servizio e che manda avanti, spesso a costo di sacrifici, i reparti. Noi abbiamo necessità di apparecchiature e strumenti diagnostici funzionanti». Chiarissimo il riferimento all’ormai scandalosa vicenda della Tac, quell’apparecchiatura che non funziona da mesi, tornata prepotentemente di attualità nelle scorse settimane quando una anziana donna di Belmonte del Sannio è stata costretta a sette, dicasi sette ore di viaggio in ambulanza, da Agnone a Isernia, in mezzo alla bufera, scortata dagli spazzaneve, perché aveva appunto necessità di essere sottoposta a quell’esame diagnostico. «Come Asrem abbiamo richiesto l’acquisto di una nuova Tac» ha subito precisato Forciniti, ma in realtà la pratica, come è ormai noto, è impantanata da circa un anno e mezzo negli uffici della Centrale unica di committenza, come ha precisato anche il consigliere regionale, Andrea Greco, presente ai lavori dell’assise civica. In merito alla questione, invece, della difficoltà di trovare medici disposti a prestare servizio al “Caracciolo”, il primario Di Nucci ha aggiunto: «Nell’attesa di trovare nuovo personale, l’azienda sanitaria potrebbe restituire all’ospedale di Agnone tutto il personale progressivamente spostato presso i reparti dell’ospedale “Veneziale” di Isernia. Medici in servizio qui sottratti e inviati a Isernia». L’ultimo esempio il medico radiologo, partito dall’Alto Molise alla volta di Isernia per non meglio precisate esigenze di servizio e mai più rientrato alla base.
Francesco Bottone
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