«Mi fa piacere che la collega sindaca Silvana Di Palma abbia ottenuto i risultati sperati in merito alla situazione del distretto sanitario di base di Castiglione Messer Marino, ma non corrisponde al vero che il nostro atteggiamento, definito sarcasticamente “collaborativo” e “democristiano” non dia gli stessi risultati. Facciamo meno notizia, questo è vero, non finiamo spesso sui giornali, ma gli sforzi che stiamo facendo sono immani e i risultati, ne sono certo, arriveranno e non tra dieci anni, ma entro la fine dell’anno».
Il sindaco di Agnone, Daniele Saia, replica al nostro articolo con il quale ci siamo permessi, in un’ottica di dialettica democratica comunque rispettosa dei ruoli e delle parti, di criticare quello che consideriamo un atteggiamento troppo soft nella “battaglia” in difesa dell’ospedale dell’Alto Molise. Il sindaco, che è uomo di mondo e un politico di razza, sa che non conviene polemizzare con la stampa locale, ma vuole mettere alcuni puntini sulle famose “i”, puntualizzando alcune cose.
«Non mi pare che la situazione del “Caracciolo”, al momento del mio insediamento come sindaco di Agnone, fosse migliore di oggi. – riprende Saia, confermando, tra il falso e il faceto, di essere «il più grande doroteo in circolazione».
«Invito i cronisti e chiunque voglia prendere contezza diretta della situazione dell’ospedale “Caracciolo” di Agnone a fare una visita, insieme a me, nei vari reparti attivi, ad incontrare il personale e magari anche ad ascoltare i pazienti ricoverati che utilizzano quella struttura e godono dei servizi erogati». Una sorta di visita guidata in ospedale, dunque, questa è la proposta, quasi la provocazione che arriva dal sindaco Saia.
«Abbiamo preso in carico, politicamente, l’ospedale, con un solo medico e pochi infermieri, con il personale ridotto all’osso. – insiste il sindaco – Oggi invece sono arrivati altri medici e anche altri infermieri, l’attività ospedaliera è in ripresa, come anche i ricoveri, provenienti anche da altre zone del Molise. Questo è un dato incontrovertibile».
«Certo le criticità e i problemi ci sono, nessuno lo nega, ma ci stiamo lavorando. – continua Saia – A cosa servirebbe, ad esempio, se mi incatenassi per protesta davanti all’ospedale? Andrei sui giornali, anche sulla stampa nazionale magari, ma in concreto quali risultati potrei ottenere a beneficio dell’offerta sanitaria sul territorio? Le battaglie si fanno nelle sedi opportune, nelle “stanze del potere”, dove vengono prese le decisioni. Quelli sono incontri a porte chiuse, lontani dagli occhi e dai taccuini dei cronisti, ma vi assicuro che lì mostro il mio volto meno accomodante e democristiano, per restare alle definizione che mi è stata affibbiata». In merito alle promesse dell’Asrem di fornire nuove apparecchiature e strumentazione diagnostica Saia è piuttosto ottimista: «Prima non c’erano i soldi, adesso ci sono ed entro la fine dell’anno arriveranno in ospedale la nuova Tac, un nuovo ecografo e anche la macchina che farà diventare il “Caracciolo” il punto di riferimento regionale per la pneumologia».
Questione sale operatorie: «Sono emerse nuove problematiche, perché sono cambiate, dopo il Covid, le normative di riferimento. Servono percorsi diversi in entrata e in uscita per il personale medico e infermieristico. L’adeguamento non è una cosa banale, ma anche qui, ci stiamo lavorando, sempre nel silenzio e lontano dai riflettori della stampa».
«Il vero problema, – aggiunge in chiusura il sindaco Saia – è rappresentato dal continuo cambio dei dirigenti, anche quelli ministeriali. Inizi un lavoro, lo porti avanti, prendi i contatti con chi ha il potere di prendere decisioni e poi arriva un cambio di Governo e quindi di dirigenti e devi ricominciare tutto dall’inizio. E’ sfibrante e deprimente, ma è così, non possiamo farci niente e noi ogni volta, con pazienza, ricominciamo a tessere le tele che a nostro avviso potrebbero portare risultati e benefici concreti all’ospedale e al territorio. E’ questo, anche questo, il nostro compito di amministratori locali».
Ultimo passaggio quello sul pediatra andato in pensione e che probabilmente non sarà sostituito, almeno non nel breve periodo. Qui Saia è un po’ critico nei confronti di tanti professionisti, originari di Agnone e dell’Alto Molise, che preferiscono lavorare altrove: «Comprendo benissimo le decisioni professionali e di vita di tanti nostri compaesani, ma è anche vero che forse ci vorrebbe un po’ di amore per il proprie territorio. Certo restare a vivere qui e decidere di fare una professione medica in queste zone comporta sacrifici e forse anche minori gratificazioni. Abbiamo l’esempio illuminante dello storico pediatra Marinelli, che ha rinunciato ad una carriera che sarebbe stata sicuramente brillante altrove, ma ha deciso di restare qui e fare il medico dei bambini sul posto. Una scelta dettata dal cuore. Ce ne fossero di medici come lui. La carenza di professionisti è cronica in tutta Italia e non è un mistero che Agnone e il Molise più in generale siano meno appetibili, meno attrattivi soprattutto per i giovani medici. Come amministrazione comunale abbiamo ipotizzato incentivi, come quello di mettere a disposizione un alloggio o altri benefit del genere, proprio per rendere più attrattiva la sede di Agnone. Siamo a disposizione e pronti a mantenere la parola data, ma servono professionisti, questo è un dato rispetto al quale possiamo fare ben poco».
Francesco Bottone