I Finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Termoli, nell’ambito del controllo economico del territorio e contrasto ai traffici illeciti, a seguito di apposita attività info-investigativa, hanno individuato e sottoposto a sequestro, manufatti archeologici, abilmente occultati, risalenti al periodo storico tra il VI e il III secolo A.C..
Si tratta di oltre 20 pezzi, quali ceramiche Apula, Daunia e Gnathia, di grandissimo valore, non solo economico, sottratti alla comunità e al patrimonio storico-archeologico – periziati, repertati e tecnicamente valutati anche dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio –, che avrebbero fruttato, se immessi sul mercato clandestino, anche internazionale, un ingente guadagno.
Denunciato il detentore, soggetto italiano, alla Procura della Repubblica di Larino, per il successivo iter processuale e fatte salve le necessarie conferme, nel prosieguo delle indagini preliminari nonché le prerogative della difesa.
L’attività di servizio, di controllo economico del territorio e contrasto ai traffici illeciti, da parte della Guardia di Finanza, continua incessante, confermandosi obiettivo della mission istituzionale, del Corpo, in stretta sinergia con la competente Autorità Giudiziaria nonché valore funzionale ad incrementare la “sicurezza percepita” e a “leggere” in modo costante lo scenario operativo di riferimento per trarne ogni utile spunto investigativo.
Inoltre, il sequestro di simili pezzi, detenuti in Italia o all’estero, anche sotto forma di “beni rifugio”, assume un valore prima di tutto “sociale”, poiché consente di restituire alla collettività inestimabili ricchezze storico-culturali, assai sovente di potenziale interesse anche della criminalità, configurandosi come attività illecite estremamente lucrative.
Vieppiù, tutelare il patrimonio storico-archeologico, significa salvaguardare uno dei simboli dell’Italia nel mondo.