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  • Riaggregazione con l’Abruzzo: dibattito aperto, Enzo Delli Quadri replica a Iorio

    di Enzo Carmine Delli Quadri

    In tutta franchezza, quando leggo il suo nome tiro avanti, poco interessato, come sono, alla sua mirabolante carriera politica. Purtuttavia, non ho potuto esimermi nell’incrociare una intervista condotta dall’amico Italo Marinelli per “l’Eco dell’Alto Molise – Vastese” per l’amicizia e la stima che a lui mi lega.

    E sono letteralmente sobbalzato dalla sedia quando, in risposta alla domanda di Italo circa la riaggregazione del Molise con l’Abruzzo, Lei ha dichiarato: “A Costituzione invariata rinunciare ad una ipotesi di rappresentanza è un assurdo. Una pecca che ho attribuito ad alcuni tuoi concittadini agnonesi è quella di favorire strampalate ipotesi di ri-aggregazione territoriale”.

    Strampalate, dal vocabolario Treccani sta per cosa che si caratterizza per mancanza o scarsezza di logica, o che contrasta con il comune modo di pensare e di agire. concittadini non possiamo che essere il sottoscritto e Sergio Sammartino che nel 1991, io, e successivamente Sergio, chiedevamo che Agnone e tutto il Molise tornassero ad essere gestiti sotto un’unica regione. Prima di rispondere per me, penso come sia stato possibile, per un politico scaltro come Lei, fare affermazioni così offensive verso il pensiero di suoi corregionali. Per cui: a brigante, brigante e mezzo.

    Mi chiedo e le chiedo: cosa c’è di strampalato nell’ipotizzare una riunificazione che si tradurrebbe in questi chiarissimi benefici?

    • Abruzzo e Molise diventerebbero la più potente regione di transito tra l’ Europa  dell’Est ed il Mar Tirreno; 
    • il porto di Termoli sarebbe lo scalo più a Sud di questa potente regione di transito, con beneficio di entrambe le regioni, oggi separate; 
    • le due regioni riunificate attirerebbero una buona parte di Comuni confinanti della Campania;
    • otterrebbero ben presto anche le Isole Tremiti (che vogliono staccarsi dalla Puglia ma non hanno certo voglia di aggregarsi al solo Molise); 
    • terreni ed immobili molisani e abruzzesi di confine riacquisterebbero il loro valore che oggi, in molte zone, è quasi azzerato; 
    • ci sarebbero risorse disponibili per budget appropriati e congrui per una buona politica rivolta all’occupazione, al turismo, all’economia in generale
    • il tavolo negoziale degli investimenti statali ed europei vedrebbe la presenza di un politico indicato da 1.600.000 residenti (nel caso di Abruzzo e Molise) o da 3.100.000 residenti (nel caso di Abruzzo-Marche-Molise), con la riunificazione si otterrebbero sostanziosi risparmi per burocrazia meno invasiva (basti pensare a un solo consiglio regionale e, a cascata, tutto il resto).

    Di contro, esimio signor, dottor, professor Michele Iorio, convenga con me che è strampalato o strambo o bislacco finanziare, per una piccola regione di 290.000 anime: un governatorato;  6 assessori; 20 consiglieri regionali; 16 gruppi consiliari con altrettanti capigruppo (dove sfidando la matematica ci sono 6 gruppi composti da una sola persona con gli altri che ne contano 2 o 3); 63 dirigenti per le 21 aree tematiche; centinaia e centinaia di dipendenti diretti e indiretti, spesso in cerca di cosa fare; la sede di Bruxelles;  le varie sedi a Campobasso e Roma. Il sistema “collaudato” di appalti e indotto.

    Dottor, professor Michele Iorio, convenga con me che è strampalato o strambo o bislacco, tolto il 70% del budget regionale in spesa sanitaria gestita come sappiamo, spendere oltre il 20% per una burocrazia inefficace (visto com’è ridotto il Molise e Lei stessa lo riconosce) e solo il 10% per attività produttive, viabilità, trasporti, formazione professionale, montagna, foreste, pesca non sportiva, edilizia scolastica. Non c’è da vergognarsi per questo? Lei stesso ha ammesso che il clientelismo è un peccato endemico e Lei lo ha praticato. Infatti, ha dichiarato: “Mi chiedo se sia possibile oggi l’esistenza di partiti che in un modo o nell’altro non facciano clientelismo. Chi è senza peccato scagli la prima pietra”. E, forse, non si è reso conto che quel clientelismo ha creato una crosta non scalfibile, uno strato superficiale indurito per effetto di familismo politico, corruzione partitica, disonestà intellettuale, sfruttamento della popolazione.

    Non posso sottacere un’altra Sua affermazione, buona per chi è giovane o, seppur anziano, non ha potuto seguire le vicende economiche dell’Italia. Lei ha detto, sempre in questa intervista di Italo Marinelli:  il Molise, oggi, è molto più debole rispetto a quando ne lasciai la guida. Tutti gli ospedali erano aperti. Tutte le vertenze economiche, la GAM, lo zuccherificio, l’Ittierre sono state chiuse senza una proposta o un piano industriale. Tutti i grandi progetti, dall’autostrada del Molise all’Università sono stati lasciati cadere. Da 10 anni non c’è stato un progetto politico degno di questo nome ma solo mera e pessima gestione dell’ordinario; in altri termini, politica di bassa lega”. Non ci sono dubbi sul fatto che il Molise boccheggi, ma dimentica di dire che quando Lei era al Governo di Isernia  e della Regione, negli ultimi decenni del secolo scorso, la solidarietà nazionale era ancora ben sentita. Dopo quegli anni, essa andò a carte quarantotto per l’apertura dell’Europa ai paesi dell’Est, per la presenza della Lega secessionista, per il disastro combinato dai politici che, per guadagnar consenso elettorale, portarono il debito pubblico dal 60 al 120%. La conseguenza fu che i Suoi successori ebbero e hanno a che fare con risorse limitate. 

    Il Molise poteva essere una piccola Svizzera, ma, con Lei e altri come Lei, il Molise è morente economicamente, socialmente, demograficamente.

    Lei, esimio Iorio sarà un grande politico, di certo dà l’impressione di essere lo Slovacco per eccellenza (si veda la nota * a fondo pagina) e, più di tutti, ha tirato la corda pretendendo dall’Italia più risorse economiche e maggiori attenzioni del dovuto. Insomma ha fatto la figura, politicamente parlando, del mendicante, inteso come nobile attività per un politico che deve rappresentare le esigenze di un territorio mal messo. Ma, come avvenuto nei decenni trascorsi, da mendicante si è trasformato in elemosiniere, avendo tutto intorno una pletora di mendicanti, ognuno slovacco a modo suo. Anche qui, nobile attività di un politico attento alle esigenze dal proprio popolo. Peccato, però che il Suo comportamento sia apparso molto simile al quello del medico indulgente che manda al creatore il proprio paziente. Nel caso del Molise, secondo il parere dei più, il sistema mendicante-elemosiniere (richiesta di risorse dallo stato – distribuzione delle stesse risorse) non ha consentito la creazione di un sistema imprenditoriale capace di autoreggersi in presenza di difficoltà finanziarie. Con la finanza pubblica in sofferenza, la regione, grazie a Lei e ai politici come Lei, presenta un declino economico e di sofferenza per la sua popolazione molto difficilmente arrestabile, anche perché quelle poche risorse disponibili sono per la maggior parte, come già detto,  a vantaggio del pletorico apparato politico-burocratico regionale. 

     
    La via slovacca è la strada che gli Slovacchi intrapresero, circa venti anni fa, contro i Cechi con i quali condividevano la Cecoslovacchia. Gli slovacchi, residenti nella parte più povera della nazione cecoslovacca, tirarono la corda, pretendendo dai cechi più risorse economiche e maggiori attenzioni del dovuto. La corda si ruppe e fu secessione con queste conseguenze: Repubblica Ceca, da una parte, con una economia buona e in sviluppo e la Slovacchia, dall’altra, che arranca per essere al passo della nazione sorella.

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