(ANSA) – CAMPOBASSO – Più di 5mila persone secondo gli organizzatori, meno di 1.500 secondo la Questura: battaglia di numeri per la manifestazione in difesa della sanità pubblica che si è tenuta ieri sera a Campobasso. Un lungo corteo ha attraversato il centro cittadino e si è concluso davanti al Municipio dove hanno preso la parola i rappresentanti dei vari comitati. Alla manifestazione bandiere e striscioni contro il governatore Frattura e la sua riforma. C’erano tutti i comitati in difesa degli ospedali pubblici, diversi sindaci, il presidente della Provincia di Campobasso Rosario De Matteis, sindacalisti, rappresentanti del Movimento 5 Stelle e tanta gente comune. Presenti pure diversi candidati alla carica di sindaco alle prossime elezioni di giugno (Romano, Formichelli, Izzo, Pastore, Ferri).
Molto duri gli interventi dei vari rappresentanti dei Comitati dal palco. “Questo signore mette in pericolo la vita delle persone”, ha detto il rappresentante del comitato di Venafro riferito a Frattura. “Basta ai soprusi, Frattura non ha mantenuto nessuna delle promesse fatte in campagna elettorale, deve andare via, pretendiamo le sue dimissioni. Ci ha chiuso completamente la sanità pubblica e non è vero che privati ci danno cure superiori al pubblico”, ha urlato la rappresentante del comitato di Larino.
Sulla stessa linea il comitato Pro Cardarelli di Campobasso: “Si stanno smantellando pezzi della sanità pubblica e si regalano su un vassoio d’argento al clero o all’altra struttura, private entrambe. Da anni ci stiamo difendendo da un attacco violentissimo di smantellamento da parte dei vari governi regionali che si sono susseguiti”.
Sempre dal palco si è parlato di “regime” e sono state annunciate nuove proteste anche dopo la manifestazione di stasera. “Stanno privatizzando la sanità – ha concluso il presidente del Forum per la sanità pubblica, Italo Testa – e questa privatizzazione sta passando sotto i nostri occhi. Tutta questa gente che oggi è scesa in piazza deve far capire ai politici che i molisani non sono più disposti a tollerare, rivogliono la loro dignità”. (ANSA).