• Editoriale
  • Scuola, in ricordo della maestra Marisa Labanca

    Il giorno 31 dicembre 2017 il cuore generoso dell’insegnante Maria Rosaria Romano, vedova Labanca, ha cessato di battere, lasciando nel più profondo dolore i suoi cari e quanti ebbero il piacere di frequentarla.

    Ho conosciuto molto bene la signora Marisa e ho avuto modo di apprezzare le sue eccellenti doti umane e professionali in quanto, per oltre quarant’anni, ha svolto la sua lodevole attività di docente nella scuola primaria di Agnone dove, anch’io, ho prestato servizio in qualità di direttore didattico.

    Insegnante attiva, dinamica, scrupolosa nell’adempimento dei suoi doveri, coerente nei suoi principi religiosi, morali, sociali. Tutta la sua attività professionale è stata generosa, fedele, resa con autentica passione senza limiti di tempo e senza calcoli.

    Alla Scuola ha saputo donare il meglio di se stessa: la sua intelligenza, la sua forte volontà, il suo grande cuore, il vigore degli anni giovanili, l’esperienza dell’età matura.

    La sua didattica si ispirava a saggi e razionali principi pedagogici, dando al fanciullo la gioia e il gusto dell’apprendimento, promuovendo l’iniziativa e la ricerca personale, abituandolo a ragionare con la propria testa per fare in modo che dalla Scuola uscissero persone umanamente consapevoli e mature.

    Il suo credo pedagico si ispirava alla nostra tradizione umanistica e cristiana che ha per fondamento: la spiritualità e la libertà.

    Per tutto questo tempo seppe conquistare la stima, la fiducia e l’affetto dei suoi colleghi, dei suoi diretti superiori, dei suoi alunni, dei loro genitori, che vedevano in lei una saggia amica e confidente, prodiga di consigli atti a promuovere un armonico e sano sviluppo della personalità dei loro figli.

    All’amore verso la Scuola va aggiunta la sua dedizione alla famiglia e ai suoi prediletti figli, ai quali ha lasciato un patrimonio inestimabile: il senso religioso della vita, modelli di onestà, di saper vivere, di generosità verso il prossimo, di continua disponibilità, di servizio, che sentiva quale imperativo categorico, dovere e norma di vita.

    In questo suo fecondo operare fu sempre affiancata, sostenuta e incoraggiata dal suo amato coniuge, il compianto don Sergio, medico chirurgo, poeta e scrittore.

    Durante le esequie, svoltesi nella monumentale chiesa di San Marco gremita di persone accorse per testimoniare la stima e l’affetto verso l’estinta e l’umana solidarietà verso i famigliari, l’arciprete don Alessandro Di Sabato ha evidenziato le sue virtù cristiane.

    Grazie maestra Marisa per tutto quello che ha saputo donare. Nei nostri cuori resteranno sempre vive la luce del suo sorriso e la testimonianza del suo impegno proteso al bene.

    di Nicola Iacobone

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