Tagli alle Poste nell’entroterra, la politica si mobilita e il “caso” approda anche il Parlamento. Questo che segue è il testo integrale di una interrogazione sottoscritta dalla parlamentare vastese del Pd, Maria Amato (a destra nella foto in basso, ndr), insieme ad altri del Pd, primo firmatario Borghi dell’intergruppo dei Comuni della montagna.
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
– Al Ministro per lo Sviluppo Economico
Premesso che:
Poste italiane Spa è una società a capitale interamente pubblico che gestisce i servizi postali in una condizione di sostanziale monopolio e che garantisce l’espletamento del servizio universale sulla base di un contratto di programma siglato con lo Stato, in cui la società si impegna a raggiungere determinati obiettivi di qualità, tra cui quelli concernenti l’adeguatezza degli orari di apertura degli sportelli rispetto alle prestazioni richieste;
Poste Italiane Spa riceve significativi contributi da parte dello Stato nell’ambito della legge di stabilità per consentire agli uffici postali periferici di garantire l’erogazione dei servizi postali essenziali, eppure il piano di riorganizzazione previsto dall’azienda, che secondo fonti sindacali dovrebbe diventare effettivo dal 13 aprile nell’ambito dell’avviato processo di privatizzazione, prevederebbe, a livello Nazionale la chiusura di 455 Uffici Postali e la riduzione degli orari di apertura in 608 uffici.
In data 22.01.2014 il Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni rispondendo a specifica missiva del Presidente dell’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna ha ricordato che con apposita delibera l’Autority ha “ritenuto opportuno inserire (…) specifici divieti di chiusura di quegli uffici che servono gli utenti che abitano nelle zone remote del Paese (…) ritenendo prevalente l’esigenza di garantire la fruizione del servizio nelle zone disagiate anche a fronte di volumi di traffico molto bassi e di alti costi di esercizio”
in tale missiva il Garante esplicita chiaramente come “i divieti di chiusura, è bene sottolinearlo, tutelano situazioni individuate in base a parametri oggettivi: la natura prevalentemente montana e la scarsità abitativa sono desunte da classificazioni ISTAT e da dati demografici”
La delibera AGCOM obbliga Poste Italiane ad avviare con congruo anticipo con le istituzioni locali delle misure di razionalizzazione per aviare un confronto sulle possibilità di limitare i disagi per le popolazioni interessate individuando soluzioni alternative più rispondenti allo specifico contesto territoriale
Nonostante tale pronunciamento, si stanno diffondendo notizie di imminenti decisioni di chiusure di sportelli e uffici in tutta Italia, causando quindi notevoli difficoltà e generando una diminuzione della qualità e della fruibilità del servizio fornito alla clientela;
questa decisione unilaterale di Poste Italiane conferma l’orientamento portato avanti dalla società negli ultimi anni che insegue una logica del guadagno puntando su assicurazioni, carte di credito, telefonia mobile e servizi finanziari in genere, a scapito delle esigenze della collettività, sacrificando uffici che ritiene “improduttivi” o “diseconomici”, senza considerare che rappresentano un punto di riferimento per i cittadini dei piccoli comuni;
i servizi postali, in particolare per le famiglie e le imprese, sono fondamentali nello svolgimento di moltissime attività quotidiane, come il pagamento delle utenze, il ritiro del denaro contante da parte dei titolari di conto corrente postale e l’invio di comunicazioni soggette al rispetto perentorio di scadenze, soprattutto quelle di carattere legale;
questa razionalizzazione rischia di tradursi in gravi disservizi soprattutto per i residenti anziani, che si troveranno a non poter usufruire di servizi essenziali quali il pagamento delle bollette o la riscossione della pensione, con la conseguenza di essere costretti a fare lunghe file nei giorni di apertura, ritardare le operazioni o affrontare frequenti e difficili spostamenti, su territori particolarmente disagiati;
Per sapere:
quali azioni il Ministro intenda intraprendere per garantire il rispetto dei disposti stabiliti dall’Autorità per il Garante delle Comunicazioni in ordine al divieto di chiusura degli uffici postali nelle aree svantaggiate, e conseguentemente favorire una concertazione tra la direzione di Poste Italiane Spa e le amministrazioni locali, al fine di scongiurare la possibile chiusura degli uffici postali nei comuni più piccoli del territorio nazionale, nonché come si intenda intervenire per evitare che decisioni unilaterali assunte da Poste Italiane Spa arrechino disagi ai cittadini – utenti che non vedono garantita l’effettiva erogazione di un servizio pubblico di qualità, nel rispetto dell’ accordo siglato fra le Poste Italiane Spa e lo Stato.