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  • Tubercolosi bovina, emergenza in provincia di Isernia. Coldiretti: «Gravi ripercussioni sui costi di gestione degli allevamenti»

    L’emergenza di TBC bovina, che ha colpito diversi allevamenti di Pizzone e Montenero Val Cocchiara, in provincia di Isernia, rischia di far chiudere, in brevissimo tempo, decine di stalle. La denuncia arriva da Coldiretti Molise che nei giorni scorsi ha preso parte, nella sede della Prefettura di Isernia, ad una riunione insieme con i rappresentanti di Cia, Anpa, Carabinieri Forestali, Istituto zooprofilattico di Abruzzo e Molise, Comune di Montenero Valcocchiara, Assessorato regionale all’Agricoltura, Servizio prevenzione veterinaria e sicurezza alimentare della Regione Molise, Dipartimento di Prevenzione S.C. Sanità Animale e Dipartimento prevenzione S.C. Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche dell’Asrem.

    L’incontro era stato sollecitato da Coldiretti e motivato con una missiva all’Assessore all’Agricoltura, Salvatore Micone. In quell’occasione il Presidente ed il Direttore dell’Organizzazione, Claudio Papa e Aniello Ascolese, manifestarono le gravi difficoltà in cui versavano le aziende dell’area interessata dai focolai di TBC bovina sottolineando l’importanza di affrontare l’emergenza a 360 gradi con tutti gli enti interessati.

    Nel corso della riunione in Prefettura, il Direttore Ascolese, ringraziando il Prefetto, Sua Ecc. Giuseppe Montella, per la sua disponibilità e la sensibilità dimostrata verso le difficoltà che la zootecnia regionale sta attraversando, ha ribadito le gravi preoccupazioni degli allevatori dell’area interessata, gravati da costi ormai non più sostenibili derivanti dalle rigide misure di contenimento della diffusione della malattia. “In particolare il direttore di Coldiretti, manifestando la preoccupazione degli allevatori ha chiesto un aggiornamento circa la situazione sanitaria in atto sottolineando le gravi conseguenze che le misure di contenimento della malattia stanno provocando sui costi di gestione degli allevamenti. L’apprensione degli allevatori – aggiunge Ascolese – è inoltre accentuata dall’incertezza sui tempi e sulla effettiva erogazione degli indennizzi previsti dallo Stato in caso di riduzione dei capi di bestiame colpiti dalla tubercolosi”.

    Oltre a ciò non va dimenticato che dal 7 Novembre 2024 gli allevatori della zona sono stati costretti a tenere in stalla i propri capi bovini e dunque ad alimentarli con foraggio acquistato all’esterno, a causa del divieto di pascolamento conseguente alla dichiarazione di territorio non indenne. Tutti elementi che stanno causano un enorme aggravio dei costi aziendali che se non compensati, porteranno alla inesorabile chiusura degli allevamenti. A questo si somma anche il problema dello smaltimento del letame che, potenzialmente infetto, non può esser sversato sui campi e necessità di essere ritirato da appositi mezzi e portato in siti idonei allo smaltimento controllato.

    Per questo Coldiretti, insieme con le altre associazioni presenti all’incontro, si farà interprete presso la Regione, e nello specifico agli Assessorati alla Salute e all’Agricoltura per richiedere un intervento economico straordinario per poter sostenere economicamente le imprese zootecniche colpite da questa vera e propria “calamità”. Inoltre, sarà necessario un intervento di carattere amministrativo per poter regolarizzare le singole posizioni nei confronti del mantenimento degli impegni previsti dal CSR e dalla PAC e poter quindi continuare a beneficiare degli aiuti comunitari e regionali stante la evidente presenza di una causa di forza maggiore.

    In accordo con la Regione ed il PNALM dovrà anche essere messo in campo un piano straordinario che preveda un controllo sanitario sulle diverse specie di animali selvatici che pure sono presenti in gran numero e liberamente popolano il territorio.

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